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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Bufera su tempi d'attesa e visite mediche non recuperate. Ulss 3: «Ne mancano meno di un terzo»

Cgil pubblica i dati. «Bisogni di salute "sospesi" in pandemia». L'azienda sanitaria: «Recuperate quasi tutte le prestazioni». Il Pd Veneto presenta un'interrogazione. Lanzarin: «Il saldo delle assunzioni di medici e infermieri è positivo»

Visite ambulatoriali ed esami di laboratorio in calo durante la pandemia, nell'Ulss 3: Funzione pubblica e Spi Cgil puntano il dito contro il mancato recupero delle prestazioni sanitarie perse durante il biennio Covid, con tanto di dati pubblicati e manifestando preoccupazione. L'azienda sanitaria conferma i numeri e le difficoltà, dovute anche all'ondata epidemica inattesa di quest'estate, ma assicura di aver portato a termine almeno i due terzi del totale programmato dal piano di recupero del 2022.

«Le prestazioni sono calate nel 2020 del 18% per poi aumentare nel 2021 del 12%, e questo è un segno di ripresa - commenta la Cgil - che però non copre le richieste rimaste inevase durante la pandemia, quando i bisogni di salute sono stati in parte “sospesi”. Questo si scarica sulla salute di tutti e sulle attività di prevenzione. Senza il potenziamento degli organici non è possibile recuperare ma nemmeno garantire la continuità delle attività per i prossimi anni».

L'azienda sanitaria

«Il totale delle prestazioni (visite ed esami) eseguite in un anno dall'Ulss 3 supera i 2 milioni, cui si aggiungono quelle non urgenti rimaste ferme alcuni mesi. I ricoveri per interventi chirurgici sono stati recuperati per il 62%, la chirurgia ambulatoriale ha eseguito tutte le prestazioni, e la previsione è quella di andare oltre al piano. Le prestazioni ambulatoriali sono state recuperate per il 59%, mentre le urgenze e le alte priorità sono state sempre garantite - argomenta l'azienda sanitaria Ulss 3 - Anche nell'ambito degli screening si è provveduto a recuperare un terzo dei test rinviati e negli ultimi mesi si sono effettuate oltre 9 mila vaccinazioni extra covid».

Pubblico e privato

Per la Cgil i dati mostrano anche un altro aspetto. «La parte riabilitativa è stata in gran parte passata al privato - sostiene il sindacato - Abbiamo più volte denunciato questa situazione e la necessità di riprendere un controllo pubblico di queste prestazioni essenziali, soprattutto per la popolazione anziana». Ma c'è il problema delle assunzioni. «Mancano medici», è il dato di fatto assodato da tempo. «Ulss 3 ha a disposizione risorse e volontà per potenziare gli organici - spiega l'azienda sanitaria - Ma non si trovano i ruoli ricercati. Per questo, e per il fatto che gli strumenti oggi a disposizione del pubblico non consentono di essere competitivi con quanto offerto dal privato, si è costretti a riorganizzare le attività in modo da garantire comunque percorsi sicuri. L'Azienda sanitaria - continua - fa ogni sforzo per garantire ai cittadini le prestazioni ambulatoriali e specialistiche, anche non urgenti. È questo l'obiettivo, da realizzare tenendo conto della nuova emergenza in corso che si somma a difficoltà strutturali di carenza di personale, non risolvibili in breve tempo».

L'ondata epidemica

Intanto nella sola Ulss 3 sono più di 200 i sanitari a casa perché positivi (situazione che ricorda i numeri dell'ondata pesante di dicembre), mentre un'altra settantina non può essere impegnata perché sospesa. La recrudescenza del Covid ha fatto salire anche i ricoveri ospedalieri che sono raddoppiati in pochi giorni e costringono a riaprire posti letto Covid e a chiedere un nuovo sforzo al personale. «La denuncia della Cgil che con il suo report segnala come in meno di due anni si sia verificato un crollo, pari a 600 mila, del numero di visite ambulatoriali effettuate in Ulss 3, merita un approfondimento in sede istituzionale che chiediamo presentando un'interrogazione», annunciano i consiglieri regionali veneziani del Pd, Francesca Zottis e Jonatan Montanariello. Mentre l'assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin, parla di un numero oggi in servizio di medici e infermieri superiore a quello di tre anni fa. «Quando si danno i numeri sul personale sanitario - dice l'assessore - bisogna darli tutti e non solo quelli che fanno comodo. Vorrei rassicurare i nostri cittadini che, in questi anni, nonostante tutto, abbiamo assunto medici e infermieri, al punto che il saldo tra personale in uscita e in entrata è nettamente positivo».

Le assunzioni in Veneto

Questi i dati: al primo gennaio 2019 al 30 giugno 2022 sono stati assunti 3492 medici a fronte di 3402 cessazioni di rapporto, delle quali 1.096 per pensionamenti: quindi saldo positivo per 90 unità. Per quanto riguarda infine gli infermieri, sempre dal primo gennaio 2019 al 30 giugno 2022, le assunzioni sono state 8.852 mentre le cessazioni sono state 6.264, di cui 1.721 pensionamenti. Il saldo positivo è dunque: +2.588. Se vogliamo bene alla sanità pubblica veneta, iniziamo a parlarne correttamente una volta per tutte.

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