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Cronaca

Prima la Sanità, ora l'università: tagli fino al 70% alle borse di studio

La denuncia dell'Unione degli universitari: a Ca' Foscari per sei studenti su dieci nessun assegno, allo Iuav almeno sette su dieci. L'accusa: le colpe in Regione e negli Atenei

C'era da aspettarselo con rassegnazione. Dopo i tagli alla Sanità e le migliaia di lavoratori a casa senza Cassa integrazione, ora è l'università a fare le spese con l'austerità. Su una percentuale assoluta almeno sette studenti su dieci non potranno accedere alle Borse di studio per limiti di reddito. A spiegare la drammatica situazione, che andrebbe a colpire i più deboli, è l'Unione degli universitari di Venezia sulle pagine del quotidiano La Nuova. Situazioni differenziate per i vari istituti: alla Ca' Foscari, su 1645 studenti che avrebbero diritto all'assegno, oltre mille resteranno a bocca asciutta: quasi il 65 percento sul totale. Per quanto riguarda lo Iuav, su 536 solo 160 potranno accedervi, che rappresentano solo il 30 percento.

Le colpe, secondo l'Unione studenti, sarebbe da imputare alla Regione (che avrebbe tagliato almeno 5 milioni dal 2010 ad oggi), ma in buona parte anche alle stesse dirigenze di Ateneo, che non avrebbero stanziato nulla a bilancio per l'integrazione del diritto allo studio. In tutta la regione, secondo i loro dati, 4830 studenti su 9575 aventi diritto non potranno vedere l'assegno della Borsa.

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