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Cronaca

È la prima volta a Venezia: quattro bulli nei guai per una chat, scattano gli ammonimenti

Prima applicazione del provvedimento introdotto dalla legge 71 del 2017. Una giovane studentessa ha denunciato ai carabinieri le continue vessazioni, anche a mezzo Whatsapp

Ad un anno dall'entrata in vigore della legge sul contrasto del cyberbullismo, il questore di Venezia Danilo Gagliardi ha ammonito 4 giovani studenti di 14 e 15 anni che importunavano in vario modo, anche su una chat Whatsapp, una propria compagna di classe, andandoci sul pesante, tra messaggi, scritti e vocali, nei quali non si risparmiavano alcun tipo di offesa. Si tratta del primo caso in assoluto nel territorio veneziano di applicazione di questa nuova forma di ammonimento, non tanto per la mancanza di situazioni specifiche, quanto per la difficoltà delle vittime stesse a denunciare gli episodi di bullismo alle forze dell'ordine.

La denuncia della studentessa

Ha quindi svolto il ruolo di aprifila la giovane studentessa, iscritta al primo anno di una scuola superiore del centro storico lagunare, che ha raccontato ai militari dell'Arma le continue vessazioni alle quali era sottoposta da parte di alcuni compagni di classe. Nello specifico, la goccia che ha fatto traboccare il vaso e spinto la ragazza a denunciare la situazione alle forze dell'ordine è stata la scoperta di una chat Whatsapp nella quale diversi compagni la offendevano anche pesantemente per aver riferito ai professori alcuni episodi di disordine verificatisi durante le ore di lezione. Sono quindi scattati immediatamente gli accertamenti dei carabinieri, nonché l'attività istruttoria della divisione Anticrimine della polizia, che hanno consentito di verificare i fatti dichiarati dalla giovane, anche attraverso l'acquisizione degli screenshot e dei file audio incriminati. Al termine delle indagini, i militari dell'Arma hanno quindi proposto al questore l'applicazione del nuovo ammonimento nei confronti di quattro ragazzi.

La campagna informativa nelle scuole

I cyberbulli si sconfiggono con la denuncia, e proprio in questa direzione i carabinieri di Venezia negli ultimi tempi hanno incontrato più di mille studenti a Venezia. "Con la nostra campagna informativa abbiamo dato degli strumenti conoscitivi ai ragazzi e alle insegnanti per sapere come affrontare queste problematiche all'interno degli istituti scolastici - ha commentato il comandante dei carabinieri di Venezia, Savino Capodivento - Da questa campagna informativa è nata la proposta di ammonimento a carico dei 4 ragazzi. Una quindicina di giorni fa si è presentato da noi il preside dell'istituto, dopo alcuni incontri si è optato proprio per l'ammonimento, la seconda ipotesi era la denuncia penale, che può comportare pene più afflittive ma con tempi più lunghi". Lo scopo dell'ammonimento è quello di far capire ai ragazzi che hanno sbagliato l'errore e correggerne il comportamento. "L'ammonimento è per cyberbullismo perché i comportamenti si sono sviluppati in una chat Whatsapp - ha continuato Capodivento - La giovane vittima era stata estromessa e un gruppetto la diffamava con minacce. È stata un'amica a mostrare i messaggi audio e scritti".

La nuova forma di ammonimento

I provvedimenti di ammonimento in materia di cyberbullismo sono uno strumento di fondamentale importanza nell'ottica della prevenzione, perché consentono al questore di intervenire in tempi molto rapidi per arginare situazioni che potrebbero degenerare in conseguenze molto più gravi, consistenti sia in un aggravamento delle condotte vessatorie, sia in reazioni o gesti estremi della vittima. La misura può essere richiesta, prima che sia presentata denuncia o querela, in relazione ad episodi di ingiuria, diffamazione, minaccia o illecito trattamento di dati personali perpetrati, mediante internet, da persona minorenne che abbia compiuto 14 anni ai danni di altro minorenne. L'istanza può essere presentata a qualsiasi ufficio o comando di qualsiasi forza di polizia, che provvede poi all'inoltro alla questura per la trattazione.

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