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Cronaca

Il primo giorno dopo il lockdown: si torna lentamente alla normalità

Riaprono ristoranti, bar e negozi. La gente si sposta, ma con cautela. Prime messe in chiesa, inaugurato il park per moto e bici ai piedi del ponte della Libertà

Lunedì 18 maggio segna una svolta importante: da oggi ci si può muovere liberamente all'interno della propria regione anche senza una valida motivazione, e contemporaneamente riaprono molti negozi, bar, ristoranti e attività varie. È la fine ufficiale del lockdown a cui siamo stati sottoposti, in modo più o meno restrittivo, nelle ultime dieci settimane. Restano le norme sul distanziamento, sull'impiego delle mascherine e il divieto di assembramento, mentre le autorità continueranno a monitorare lo sviluppo dell'epidemia del Covid-19 per verificare che non ci sia una ripresa della diffusione. Così questi giorni saranno anche un banco di prova importante per osservare i comportamenti della popolazione e il rispetto delle regole.

VIDEO: La parola ai commercianti

Abitudini

Per la prima volta, da oltre due mesi, si vedono persone sedute ai tavolini all'esterno dei bar, clienti che ordinano al banco, parrucchieri aperti. Molte abitudini devono cambiare, almeno per un po'. Tra i temi principali c'è quello dei trasporti, con Actv impegnata, assieme al Comune di Venezia, nell'elaborazione di sistemi alternativi per evitare assembramenti all'interno dei mezzi. Stamattina è stato inaugurato il nuovo parcheggio per moto, motorini e biciclette ai piedi del ponte della Libertà, un’azione che si inserisce nel piano di intermodalità tra mezzi pubblici e privati e che comprende anche la realizzazione di un BiciPark nell’autorimessa comunale. Allo stesso tempo sono stati resi operativi i traghetti da parada di Santa Sofia e San Tomà e fatti accordi con i tassisti per calmierare i prezzi di alcune tratte acquee.

Primo giorno di riaperture a Venezia

Quanti hanno riaperto?

In tutto il Veneto, secondo i dati di Confesercenti, hanno aperto tra l’85 e il 90% del settore del commercio,  il 70% dei bar, il 30% della ristorazione, l’80% dei mercati su area pubblica. La presidente Cristina Giussani ha commentato che «c’è un grande entusiasmo, ma su come andrà nei prossimi giorni ci sono tre elementi che condizioneranno la ripresa: la limitazione dei protocolli sanitari, la situazione economica del Paese con cassa integrazione per i dipendenti e le partite IVA in sofferenza, e da ultimo la paura del virus, che, seppur ridotto ai minimi, può tornare.  Sulla ripresa dei consumi, questi due ultimi elementi pesano molto».

Turismo

I flussi per le strade e nelle aree pedonali sono aumentati, anche se con gradualità. Gli stabilimenti balneari della costa veneta si stanno attrezzando per riaprire in sicurezza, garantendo le distanze. A Jesolo sono arrivati negli hotel i primi turisti, ovviamente provenienti dal Veneto: «È il segno della ripartenza reale - ha detto all'Ansa il titolare di un albergo - Noi siamo sempre rimasti aperti, ma dall'8 marzo al 4 maggio abbiamo avuto un solo ospite per due notti: un uomo che aveva la moglie ricoverata in ospedale con il coronavirus. Nessun altro». Dal 4 maggio la situazione è lentamente migliorata: «Con la ripartenza dei cantieri e il riavvio delle attività abbiamo avuto operai e agenti di commercio. Iniziamo a tirare il fiato». Prospettive migliori dal 3 giugno: «Appena il governo ha comunicato la data di via libera tra regioni, sono fioccate le prenotazioni da tutta Italia». A Jesolo in questo momento sono una quindicina gli hotel aperti: come detto cominciano a esserci prenotazioni, ma anche tante richieste di informazioni e dettagli sulle modalità di fruizione delle spiagge. L'interesse è forte.

A Venezia, nella Basilica di San Marco, alle 8.30 è stata celebrata la prima Messa, con la partecipazione di poche persone. Il piano di revisione dei posti a sedere, in base ai protocolli di sicurezza, prevede un massimo di 120 ingressi. Sono ancora chiusi molti dei Caffè storici della piazza, al lavoro per riaprire nei prossimi giorni. I locali della città, così come in molti altri comuni della provincia, stanno approfittando delle disposizioni che permettono l'ampliamento dei plateatici, alla ricerca di clienti. Nel centro storico di Venezia questo processo è più difficile, principalmente perché mancano i turisti.

Musei

Ripartono con cautela i musei e le gallerie: a Venezia bisognerà aspettare inizio giugno per tornare a visitare Palazzo Ducale e Museo Correr, le due perle dell'area marciana, e il Museo del Vetro. Partirà per prima la Fondazione Querini Stampalia, sabato 24 e domenica 25 maggio, con orari ridotti, biglietto gratuito e autocertificazione per l'ingresso, al posto della misurazione della temperatura. Già dal 18 maggio riapre Villa Pisani a Stra. Il 2 giugno dovrebbe essere la data per la ripartenza della collezione Guggenheim.

C'è chi dice no

Sono però decine anche i commercianti, gli artigiani e le Partite Iva che non hanno riaperto a Venezia e in altre zone, Murano compresa. Le varie associazioni, che raggruppano orefici, antiquari, ristoratori, vetrai e commercianti di diverse categorie, hanno deciso di far fronte comune denunciando una situazione che, dicono, li porterà alla distruzione. Inutile riaprire se i costi sono più alti dei guadagni, se non arrivano immediate liquidità, se lo Stato non aiuta il tessuto delle piccole e medie attività. Inutile riaprire senza turismo. Nei negozi sono decine e decine le epigrafi di "lutto commerciale". «L'incasso è zero da marzo» sottolinea Adriano, orafo, portavoce dell'associazione "Riviva San Marco". «Lo Stato mi ha prestato 600 euro, perchè sono soldi non regalati ma frutto di anni di contributi. Abbiamo affitti da pagare, dipendenti. Già l'acqua alta ci aveva penalizzato, oggi ci stanno distruggendo».

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