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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Mestre Centro

Priorità alla scuola, il 26 marzo giornata di mobilitazione

Il comitato di genitori mobilitato a Mestre contro la chiusura delle scuole ne ha chiesto la frequenza in presenza e in sicurezza. Interrogativi sulla didattica per alunni disabili e Bes (Bisogni educativi speciali). La Lega scrive al ministro Erika Stefani

Alcuni genitori si sono costituiti in Facebook un anno fa e hanno dato vita a un comitato nazionale attivo anche a Venezia. "Priorità alla scuola" il nome del gruppo, che ha spiegato di battersi «per la riapertura delle scuole in presenza e in sicurezza. La pandemia ha messo a nudo ciò che della scuola italiana non funziona: la mancanza di investimenti e di progettazione a lungo termine, le classi pollaio, gli edifici vetusti, un inadeguato sistema di trasporti. Visto che non vi è stato nessun intervento lungimirante in questa direzione, a un anno dell'inizio della pandemia siamo punto e a capo: studenti e studentesse a casa, genitori disperati con enormi difficoltà nella gestione della situazione, insegnanti che tentano faticosamente di tenere insieme i pezzi. Lanciamo un'assemblea pubblica per chiedete la riapertura delle scuole e per coordinarci in vista del 26 marzo, giornata di mobilitazione nazionale di Priorità alla Scuola (Pas)».

Venerdì pomeriggio, dopo giorni di notizie non ufficiali, il Veneto è andato in zona rossa e in base ai nuovi parametri stabiliti dal Comitato tecnico scientifico nazionale e del ministero della Salute tutte le scuole di ogni ordine e grado sono state chiuse, con la previsione della didattica a distanza anche per le elementari. Alcune famiglie, rimaste spiazzate, a 48 ore dall'entrata in vigore del provvedimento non avevano una soluzione per l'affidamento dei figli piccoli o non disponevano di adeguati supporti tecnologici per lo svolgimento delle lezioni da remoto. A un anno dal primo provvedimento dello stesso tipo che ha interessato l'intero Paese in lockdown, a marzo del 2020, il carico per le famiglie è tornato a farsi pesante. Alcune sono andate in piazza Ferretto domenica, a manifestare per la riapertura dei plessi in sicurezza. 

«Dopo i nostri presidi alla protezione civile di Marghera la nostra mobilitazione non si ferma - ha postato in Facebook il comitato -. Stavolta non ci saranno solo i ragazzi e ragazze delle superiori a dover rimanere a casa ma tutte e tutti: nidi, scuole dell'infanzia, primarie e secondarie di primo grado. Noi genitori, insegnanti e studenti e studentesse Pas non molliamo. Facciamo parlare la nostra rabbia, tristezza, difficoltà, indignazione.
Mettete un cartello al balcone, al vostro pc, al portone di casa».

Un'altra questione sembra aperta. Ne ha chiesto conto in decima commissione oggi, lunedì 15 marzo, il consigliere comunale Nicola Gervasutti, che ha ricevuto segnalazione da un genitore di un bambino di 5 anni con disabilità, per sapere sapere se fosse prevista la frequenza in presenza (come il ministero dell’Istruzione avrebbe chiarito ai dirigenti scolastici parlando di lezioni in classe per alunni disabili e Bes, ovvero con bisogni educativi speciali). Questa disposizione potrebbe non includere i piccoli 0-3 non essendoci ancora, nel caso di bambini così piccoli, un piano educativo. Il consigliere ha posto il quesito alla Regione e all'assessore Manuela Lanzarin, scrivendo anche al ministro per le Disabilità nel governo Draghi, Erika Stefani (sotto un video della coreografia con le megliette di domenica 14 marzo).

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