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Cronaca

"Turismo come veleno", il Corrierone chiede allo Stato di salvare quel che resta di Venezia

La città lagunare presa come esempio di quanto distruttivi possano diventare i flussi di visitatori. Stoccate anche a Brugnaro. Ma Ca' Farsetti è al lavoro per trovare soluzioni

Venezia torna a essere esempio, in negativo, di come il turismo possa non solo garantire ricchezza a un territorio ma anche distruggerlo. E' questo il tema di un articolo di Ernesto Galli Della Loggia sul Corriere della Sera che non lesina stoccate anche al sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro. Il primo cittadino viene descritto, con qualche imprecisione su alcuni temi come le Grandi Navi, come un amministratore che incoraggia l'arrivo indiscriminato di visitatori in centro storico, che secondo l'autore dell'articolo sarebbero circa 30 milioni l'anno. Che significano non solo soldi nelle tasche dei commercianti, ma anche persone che "consumano" i gradini dei ponti, che si siedono davanti alle chiese, che rendono un percorso a ostacoli muoversi da un punto all'altro della città. 

Insomma, Venezia come simbolo di quanto il turismo possa diventare distruttivo per il tessuto urbano di una città. Alla stregua di un veleno. Tanto più che i residenti in laguna sono in continuo calo. Il quotidiano di via Solferino si chiede se esista ancora la "venezianità" e per quanti anni ancora potrà resistere. Di fronte al continuo moltiplicarsi di negozi di paccottiglie e souvenir, a fianco di pizzerie al taglio, kebabari e fast food. Perchè i turisti vanno anche rifocillati. 

Per questo si chiedono interventi e scelte di tipo statale, perché Venezia, su questo almeno sono tutti d'accordo, è patrimonio di tutta Italia. Su come salvaguardare questa perla, però, ancora una ricetta precisa non c'è. Si attendono i risultati del lungo e articolato lavoro della commissione sul Turismo di Ca' Farsetti, che ha raccolto in questi mesi le documentazioni di numerosi progetti per governare i flussi turistici. Obiettivo renderli più sostenibili e allargarli a zone del centro storico meno battute, cercando quindi di far respirare il più possibile la zona compresa tra piazza San Marco e Rialto.  


 

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