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La sentenza

Bombe alla sede della Lega, dimezzata la condanna a Sorroche

Il 28 marzo la Corte d'Appello di Venezia ha condannato l'anarchico spagnolo a 14 anni, contro i 28 del primo grado. I giudici hanno probabilmente valutato che l'esplosione non voleva uccidere

Non voleva uccidere. Per questo l'anarchico spagnolo Antonio Sorroche Fernandez, autore dell'attentato avvenuto nell'agosto del 2018 alla sede del "K3" della Lega a Villorba, si è visto ridurre oggi, 28 marzo, la condanna inflitta in primo grado (28 anni) a 14 anni. Praticamente la sentenza  della Corte d'appello di Venezia riduce della metà la pena. Confermato, invece, il risarcimento al partito di 30mila euro. La procura generale aveva chiesto per Sorroche 21 anni di carcere. Le motivazioni della sentenza saranno rese note fra 90 giorni.

«Il tribunale - ha detto a TrevisoToday l'avvocato Stefano Trubian, che rappresentava la Lega, costituita come parte civile - ha riconosciuto il fine terroristico dell'azione ma non la volontà di uccidere. Ma per sapere di più rispetto al ragionamento dei giudici dovremo attendere il deposito delle motivazioni». Nella sua arringa, Trubian ha osservato che l'Italia «è un Paese che ha visto le morti in tante occasioni, le stragi, e tutte le volte c'è stata la sensazione di cosa si sarebbe potuto fare prima per evitare che accadesse: ciò che si può fare è applicare le norme, perchè il terrorismo non deve più albergare».

La sentenza è stata pronunciata nell'aula bunker di Mestre dopo sette ore di camera di consiglio. Sorroche è difeso dall'avvocato Flavio Rossi Albertini, legale anche di Alfredo Cospito. Nella sua requisitoria, Albertini ha puntato il dito contro «l'enfatizzazione compiuta in primo grado», citando in particolare la mancanza di informazioni sull'idoneità ad esplodere del secondo ordigno ritrovato. Cosa impossibile da verificare, secondo il legale, perché venne disassemblato dagli artificieri. Dunque, per la difesa, non c'è la prova che quell'ordigno potesse esplodere.

Albertini - come riporta l'agenzia Ansa - ha citato il caso Cospito, in relazione all'accusa contestata di devastazione, saccheggio e strage previsti dall'articolo 285 del codice penale: «Un reato - ha rilevato - non contestato neppure per le stragi più gravi della storia italiana come via d'Amelio, Piazza Fontana, la strage di Bologna o la trattativa Stato-mafia». Dunque, sostiene, «per gli anarchici si è smarrito il principio di ragionevolezza e sono stati trattati come Totò Riina» in relazione ad episodi «di scarsissimo livello offensivo». In sostegno a Sorroche, attualmente rinchiuso nel carcere di Terni, domenica scorsa era stata organizzata a Venezia una manifestazione alla quale ha partecipato un centinaio di persone.

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