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Cronaca

Malasanità a Vicenza, quattro magistrati a processo per omissione d'atti d'ufficio

L'avvocato Renato Ellero accusa l'ospedale berico di non averlo curato a dovere durante un ictus nel 2015, e i magistrati di avere "coperto" il personale sanitario. Ora il gip trentino ha firmato un provvedimento nei confronti di alcune delle persone denunciate

Per anni Renato Ellero, uno dei più noti avvocati penalisti veneti, già docente di diritto all'università di Padova, aveva preso di mira una parte della magistratura vicentina rinfacciandole d'avere «impantanato» le indagini nei confronti dell'ospedale di Vicenza. Ellero, vicentino di origine veneziana, accusava l'ospedale di non avergli praticato le cure adeguate durante un ictus che nel 2015 gli aveva paralizzato metà del corpo. Per quelle presunte inerzie, quattro magistrati in forza a Borgo Berga (Vicenza) si avvicinano al giudizio, con il grave addebito di "omissione in atti d'ufficio" in capo al pubblico ufficiale. Così ha stabilito il giudice per le indagini preliminari di Trento Marco Tamburrino, la cui ordinanza è giunta nelle mani dello stesso Ellero in data 19 maggio.

Il provvedimento firmato dal dottor Tamburrino due giorni fa, come spiega il giornalista Marco Milioni su VicenzaToday, è arrivato nonostante la richiesta di archiviazione formulata dal pubblico ministero trentino Giovanni Benelli. Ellero segnala anche presunte lungaggini nell'operato della magistratura trentina (competente per i procedimenti penali che riguardano i magistrati veneti) e poche settimane fa ha spiegato di aver perfino «denunciato per associazione a delinquere, frode processuale e falso» tre magistrati trentini, «il procuratore capo Sandro Raimondi, il gip Claudia Miori, oggi passata ad altro incarico, nonché lo stesso pubblico ministero Giovanni Benelli».

I nomi

Chi sono, quindi, i magistrati vicentini che sono ad un passo dal processo? Si tratta dei pubblici ministeri Hans Roderich Blattner, Claudia Brunino e Giovanni Parolin, nonché del gip Massimo Gerace, da poco in pensione. Disposta l'archiviazione, invece, per l'ex procuratore capo di Vicenza Antonino Cappelleri (oggi a riposo) e per l'ex procuratrice aggiunta Orietta Canova (padovana come Cappelleri), perché nel loro operato non si ravvedono «omissioni rilevanti penalmente»: si tratta di una espressione particolare che, comunque, potrebber non escludere eventuali approfondimenti in ambito disciplinare.

Le accuse

Parolin e Brunino sono accusati di non aver effettuato le dovute indagini nei confronti di due periti ascoltati in fase di incidente probatorio nell'ambito di un procedimento aperto dalla procura berica nei confronti di alcuni medici dell'ospedale San Bortolo di Vicenza. Ellero, in particolare, aveva preso di mira due consulenti veronesi nominati dal gip. È accusato di una condotta simile anche l'ex gip Gerace, che avrebbe avallato le scelte dei pubblici ministeri con una archiviazione messa in discussione «anche alla luce delle risultanze dell'incidente probatorio». Questo, almeno, è quanto viene riportato a pagina 4 dell'ordinanza. Detto in altri termini, dalle carte dei procedimenti sarebbero emerse condotte assai incongrue sia da parte del personale medico del San Bortolo, sia da parte dei periti incaricati di valutare eventuali illiceità nell'operato di medici e infermieri, senza che i rispettivi profili penali fossero vagliati nel modo dovuto dai tre togati. Diverso è il rilievo nei confronti di Blattner: avrebbe rubricato una denuncia di Ellero come fascicolo contro ignoti sebbene l'avvocato, negli anni '90 senatore prima della Lega e poi della Lif, avesse fatto nomi e cognomi dei presunti responsabili.

Chiaramente sarà l'iter penale residuo, più avanti, a scrivere il capitolo definitivo della vicenda: anche perché da tempo gli indagati professano la loro estraneità nei confronti di  ogni addebito, la bontà della loro condotta, nonché il pieno rispetto delle leggi. Però il prodromo di rinvio a giudizio distillato da Tamburrino ha già gettato un certo scompiglio a Borgo Berga, dove i magistrati coinvolti sono tutti molto noti. In particolare Parolin (oggi pubblico ministero presso la procura minorile a Venezia), che è il fratello del segretario di Stato vaticano Pietro Parolin, è divenuto noto alle cronache politiche quando il 22 agosto 2020 il suo nome finì in un approfondimento del Corriere Veneto dedicato al cosiddetto caso Palamara.

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