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Cronaca

"Ku Klux Klan unica via": il prof razzista sarà processato lunedì

Aveva scritto su facebook contro gli stranieri, per la Procura si sarebbe trattato di un caso di istigazione alla violenza e all'odio razziale

Scrisse sul suo profilo facebook che “ci voleva il Ku Klux Klan” e per questo finì in guai seri, essendo un professore delle scuole superiori. Ora, per l'insegnante dell'istituto alberghiero Barbarigo si avvicina la resa dei conti: il 30 settembre, infatti, partirà il processo con rito direttissimo per istigazione alla violenza e all’odio razziale.

DAL WEB ALL'AULA – Il 22 agosto il professore finì al centro di un polverone mediatico e giudiziario a causa di un commento, effettuato tramite il suo profilo facebook e quindi visibile da tutti i suoi “amici” del social network. L'insegnante aveva risposto con parole cariche di odio ad un articolo pubblicato su www.stranieriintalia.it in cui si discuteva la possibilità per gli stranieri, sulla base di una nuova legge, di essere assunti dalla pubblica amministrazione. Come riporta la Nuova Venezia l'uomo scrisse che “gli amici degli allogeni li avete votati voi ed ora ce la mettono nel c... Il cavallo di Troia lo avete trascinato voi dentro la città e ora siamo finiti. Ku Klux Klan unica via”. Parole pesanti, di cui però l'uomo non intende pentirsi. Il suo avvocato intanto prepara la difesa, e probabilmente domanderà un rinvio del processo per rivedere la posizione dell'accusa.

A SCUOLA – All'istituto Barbarigo, dove l'uomo lavorava come insegnante di sostegno, la maggior parte degli studenti e del personale docente era perfettamente a conoscenza delle sue posizioni ideologiche di estrema destra. D'altro canto il professore, precario da anni, è segretario di Forza Nuova e aveva corso per a presidenza della Provincia. Nessun mistero, quindi, ma il post su facebook ha comunque indignato la scuola. Il preside sottolinea come il professore xenofobo non sia tecnicamente dipendente del Barbarigo e risulti quindi impossibile prendere alcun provvedimento, nondimeno è lo stesso direttore dell'istituto a sottolineare come certe ideologie, certe affermazioni che configurano l'apologia del razzismo, siano completamente incompatibili con l'insegnamento a stretto contatto con giovani in fase di crescita. Il responsabile del post, comunque, non ritratta nulla: per lui si tratta solo di un commento ironico, perfettamente inserito nel contesto della discussione a cui partecipava online. Soprattutto, però, per l'insegnante non ci sarebbe nulla di cui pentirsi in quanto quella legge rappresenterebbe “il peggiore degli incubi” e tutti dovrebbero scendere in strada. Resta da vedere se sarà questa anche la linea del giudice che si siederà in aula il 30 settembre.

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