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Cronaca

Boom di ricorsi dei migranti per ottenere i permessi: "Gli avvocati sono al collasso"

Lo denuncia l'Ordine di Venezia. I gratuiti patrocini si sono moltiplicati: "Situazione insostenibile". Rispetto allo scorso anno i ricorsi sono aumentati del 39 per cento

Troppe pratiche legate ai ricorsi degli immigrati contro i dinieghi del diritto alla protezione internazionale e l’Ufficio gratuito patrocinio del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Venezia rischia il collasso. Questo l'allarme lanciato dall'ente collettivo che riunisce i legali del territorio lagunare. Il gratuito patrocinio è un diritto di ogni cittadino, nel caso in cui non abbia le risorse economiche per permettersi un difensore di tasca propria. L’attività, però, si è notevolmente intensificata rispetto agli anni precedenti a causa dell’elevato numero di pratiche che devono essere evase e sulle quali incidono, non poco, le tante domande relative ai ricorsi contro i provvedimenti di diniego di riconoscimento di protezione internazionale da parte degli immigrati.

"Mentre nell’anno 2013 – fa sapere il consiglio direttivo dell’Ordine degli Avvocati veneziani - erano state presentate in totale 1146 domande e nell’anno 2014 complessivamente 1142, per l’anno 2015 le domande sono aumentate a 2086, il 39% delle quali è costituito dalle istanze relative ai ricorsi degli extracomunitari che hanno diritto di adire l’autorità giudiziaria per vedere riconosciuto il loro diritto alla protezione internazionale. La legge, però, impone che competente sia solo il Tribunale di Venezia, per quanto riguarda il Veneto, pur essendo le commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione Internazionale diffusi in tutta la regione. Ne consegue che la competenza a decidere sulle richieste di gratuito patrocinio è del Consiglio dell’Ordine di Venezia che subisce così le conseguenze di un problema al quale serve urgentemente trovare una soluzione".

Il ‘trend’ delle richieste, tra l’altro, appare ancora in crescita. A febbraio sono già state presentate 485 domande, a fronte delle 172 pervenute lo scorso anno. Le istanze vengono evase e deliberate, ma il loro ingente numero ha determinato un allungamento dei tempi di attesa per il loro materiale ritiro. "La situazione comincia a diventare insostenibile", conclude l'Ordine degli avvocati.

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