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Cronaca Cona

I sindaci davanti alla base di Cona: "Fateci entrare per controllare"

Venerdì primi arrivi alla struttura militare di Conetta dei profughi di Eraclea. Tutta la Giunta col primo cittadino. Ancora predisio ad Annone

"Voglio entrare nella base, sono io il responsabile della salute pubblica del paese". Il sindaco di Cona, Alberto Panfilio, sabato mattina è rimasto davanti al cancello della ex base dell'Aeronautica di Conetta per ore. Voleva verificare quanti profughi venerdì sera erano effettivamente stati trasferiti all'interno della struttura dal residence di Eraclea Mare. "Ho una dichiarazione dell'azienda sanitaria che afferma come all'interno per garantire la sanità pubblica non possono entrare più di 40 persone - afferma - ma dalla Prefettura mi sono sentito dire che per entrare serve una richiesta scritta. Così tengono i rapporti con il territorio a Ca' Corner?".

Assieme al primo cittadino sabato mattina c'era praticamente tutta la Giunta del paese, con in più i sindaci di Agna e di Bagnoli, del Padovano (il secondo alle 13 era in arrivo). Dunque tutto ruota a quanta gente si trova all'interno del compendio di proprietà del ministero della Difesa. Sarebbero proprio una quarantina, il limite prescritto dall'Asl. Per ora invece la situazione nella frazione di 197 anime è tranquilla: del resto i profughi sono tutti nella caserma. Non se ne vedono all'esterno. La tensione è tutta istituzionale, con i rappresentanti del territorio che alla fine hanno potuto fare il sopralluogo per accertare la situazione. Venerdì sera sopralluogo anche dei vigili del fuoco, per verificare o meno la presenza di cloro nell'acqua erogata nella struttura militare. Alla fine è arrivato il nulla osta.

“Le condizioni dello stabile e dei profughi sono buone - dichiara la consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle Patrizia Bertelle - Comprensibile la preoccupazione della cittadinanza, la trasparenza serve a chiarire. Ho ritenuto opportuno chiamare il prefetto, dato che il divieto di ingresso nella base serviva solo ad alimentare le tensioni all'esterno e i dubbi sulla veridicità delle informazioni. Il prefetto ha mostrato senso di responsabilità concedendo l'ingresso a una delegazione formata dal sindaco, dal vicesindaco, da me e un mio collaboratore. Abbiamo verificato che gli stabili - dichiara Bertelle - si trovano in buono stato. Si stavano effettuando lavori di tinteggiatura e pulitura, da parte del personale della cooperativa, e gli stessi profughi stavano dando una mano. Ho verificato di persona lo stato dei servizi igienici e la presenza di acqua corrente. La mensa è operativa e venivano serviti riso, cotolette, verdura, e frutta fresca. Sono ragazzi giovani (22 anni l'età media), provenienti per la maggior parte dal Mali e dalla Somalia. Parlano francese e inglese, sono gentili e disponibili. Il numero che circolava di 70 profughi è stato smentito. Le cifre sono quelle comunicate, 45 presenze. Questo dimostra che quando c'è trasparenza e volontà di condivisione per trovare la soluzione, la si trova”.

ANNONE VENETO - Sull'altro fronte caldo dell'emergenza profughi, Annone Veneto, invece le parti si sono invertite. Lì di sindaci e membri della Giunta non se ne vedono, ma davanti al condominio che dovrebbe ospitare una ventina di migranti nei prossimi giorni continua il presidio di alcune decine di persone che si dicono "pronte a tutto" pur di evitare che i profughi arrivino lì. Dove ci sono le "prime case" dei residenti. Lì avrebbero dovuto trovare spazio poco più di ottanta migranti, ma l'accordo tra prefettura e sindaco parlerebbe solo di venti ospiti. Il presidio in ogni caso continuerà, chiedendo che anche quei venti vengano dislocati da altre parti. Da una consigliera di minoranza è stata lanciata l'idea, proposta al prefetto Cuttaia, che una decina di profughi vengano dislocati in una struttura abbandonata di Spadacenta, mentre altrettanti vengano affidati alla parrocchia di Loncon. Ipotesi comunque tutta in itinere. 

IL PREFETTO: "ERACLEA? NON AVEVAMO ALTERNATIVA, GLI ABITANTI DEL RESIDENCE NON SI SONO FATTI STRUMENTALIZZARE" - "Noi ci siamo resi subito conto dei problemi di Eraclea, che non è stata una scelta. Non avevamo altre opzioni. C'era quella disponibilità di alloggi, l'alternativa era lasciare i profughi per strada con tutte le conseguenze sia a livello umano, sia per l'ordine pubblico". Il prefetto Domenico Cuttaia torna a spiegare la situazione in cui si trova Ca' Corner nella gestione dell'emergenza profughi. Lo fa al termine di un convegno sul tema, mentre a Cona la sera prima erano arrivati i primi quaranta profughi trasferiti dal residence "Magnolie" di Eraclea Mare, dove si concentrano ancora le lamentele dei cittadini (fino a venerdì ce n'erano circa 250 migranti nell'edificio): "Fin da subito ci siamo preoccupati di trovare una sistemazione alternativa a quella di Eraclea - ha spiegato il prefetto - A Ca' Turcata il sindaco mi ha detto che se li avessimo mandati là ci sarebbero stati problemi di ordine pubblico ben più gravi. Ora abbiamo a disposizione a Cona un sito che garantisce ai cittadini che non ci siano promiscuità. E quindi stiamo cercando di trasferire queste persone nella caserma, alleggerendo notevolmente il peso che grava su Eraclea. Devo ringraziare gli abitanti del residence, che al di là dei toni non si sono prestati a strumentalizzazioni e quindi il tutto è rimasto a livello di parole senza che si verificassero tumulti che avrebbero quelli sì compromesso la stagione turistica. Su Annone Veneto si tratta di un numero limitatissimo di persone, al momento comunque non abbiamo una pressione in tal senso. E quindi al sindaco ho detto di poter dire alle persone che stazionano di notte di poter andare tranquille a casa. Sistemare dieci o quindici persone in un condominio non pone alcun problema di ordine pubblico perché sono controllate dal punto di vista sanitario e di forze di polizia. In un anno e mezzo su 15mila persone accolte in Veneto non si è verificato alcun reato, se non un solo episodio di un migrante ospite a Vicenza che ha partecipato (ma non concorso) a un caso possibile di rapina impropria a Jesolo. Ho dato ai sindaci i dati della criminalità riferiti al primo semestre 2014: dove ci sono i migranti calano i reati che destano allarme sociale, perché c'è anche un andirivieni costante delle forze dell'ordine".

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