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Cronaca Cona

Disordini a Conetta, vertice in Procura: "Anche per escludere infiltrazioni terroristiche" VD

Faccia a faccia tra forze dell'ordine e magistrati mercoledì in cittadella della giustizia. Morte quasi istantanea della 25enne ivoriana. Nordio: "Chi ha commesso reati, dovrà pagare"

"Venezia è un obiettivo sensibile, per questo era presente stamattina anche il dirigente della Digos. Per escludere che potessero esserci altri stimoli 'esterni' che hanno portato ai tumulti dell'altra notte. Questo è oggetto di verifica". Il procuratore capo ad interim Carlo Nordio ha preso parte mercoledì mattina a un tavolo in cui forze dell'ordine e magistrati hanno fatto il punto delle indagini, che si stanno sviluppando in due direzioni: ci sono da accertare i fatti che hanno portato al decesso di Sandrine Bakayoko, la 25enne ivoriana trovata priva di sensi in uno dei bagni dell'ex base di Conetta, dove sono ospitati 1.400 profughi, e gli inquirenti intendono identificare con certezza chi si sia reso protagonista dei disordini successivi, quando almeno 25 lavoratori della cooperativa che gestisce l'ospitalità nel compendio sono rimasti chiusi nell'ufficio principale fino a poco dopo l'una di notte. Di più. C'è anche il rischio terrorismo, su cui la Procura di Venezia non abbassa la guardia. Perché la rivolta potrebbe essere fomentata anche da altri temi, oltre al decesso della giovane ivoriana.

L'autopsia ha accertato che la trombosi di cui è rimasta vittima avrebbe causato un decesso pressoché fulmineo. Un decesso per cause naturali difficile da evitare anche se la giovane fosse stata già ricoverata in ospedale. Così non era. Sandrine si è accasciata nel bagno ed è stata trovata con ritardo. La porta chiusa a chiave dall'interno e quindi sfondata dal marito, che ha lanciato l'allarme al presidio sanitario del campo. Sono state sequestrate le cartelle cliniche sia del tragico soccorso di lunedì, sia dell'aborto volontario che la 25enne aveva subito nel mese di settembre. Anzi, proprio il check-up eseguito al tempo indicherebbe che la giovane donna, che aveva il sogno di fare la parrucchiera, godeva di buona salute. "La trombosi è asintomatica - ha spiegato Nordio - e il malessere segnalato nei giorni precedenti sono compatibili con una comune influenza stagionale".

Cona, il giorno dopo la tragedia e le proteste

I magistrati non hanno rilevato al momento alcun nesso, a differenza dei richiedenti asilo ospitati nel campo, tra le condizioni di vita all'interno dell'ex base di Conetta e il decesso di Sandrine Bakayoko. Anzi, le indagini sarebbero sul punto di concludersi. Si sta cercando di far luce sulle effettive condizioni di salute della donna, mentre sul fronte dei presunti ritardi nei soccorsi non è emerso alcunché che possa configurare fattispecie di reato. E nemmeno atti violenti.

La situazione all'interno del campo di Conetta

Reati invece sono stati di sicuro commessi nelle ore successive al decesso. Il tavolo in Procura - presenti tra gli altri il questore Angelo Sanna, il comandante provinciale dei carabinieri Claudio Lunardo, il comandante dei carabinieri della compagnia di Chioggia, Andrea Mattei, il dirigente della Digos della questura, Stefano Calenda - aveva proprio l'obiettivo di coordinare le indagini su questo punto: si indaga (al momento a carico di ignoti) per danneggiamento, violenza privata e anche per sequestro di persona aggravato. Al setaccio i video realizzati durante quella lunga serata di inizio gennaio. La responsabilità penale è personale, dunque si stanno cercando di identificare i facinorosi: "Qualsiasi reato commesso va perseguito", ha concluso Nordio.

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