Cona, fuori dalla base per la Via Crucis: una cinquantina di profughi alla processione
I cattolici ospitati nel centro di accoglienza di Conetta hanno partecipato alla cerimonia religiosa di venerdì. Il parroco: "Esperienza positiva, sono amici. Vengono sempre a messa"
Cittadini e profughi insieme per la solidarietà e per mostrare, concretamente, cosa significa accogliere. È il senso della Via Crucis svoltasi venerdì sera a Cona, cittadina che dal luglio scorso ospita centinaia di migranti all'interno della ex base militare allestita a centro di accoglienza. Erano una cinquantina, forse più, i cattolici che hanno partecipato alla processione religiosa partita alle 20.45 dalla chiesa del paese.
"Siamo stati con gli amici della base di Conetta - racconta il parroco don Stefano - Le stesse persone che ogni domenica vengono a messa. È stata un'esperienza positiva, come lo è stato fin dal loro arrivo in luglio, quando sono stati accolti dalla nostra gente". Quella di venerdì è stata una cerimonia sentita e partecipata. Sei stazioni, di cui cinque all'aperto e una nella chiesa, un'ora e mezza di raccoglimento silenzioso. Una cerimonia all'insegna della solidarietà, tutti uniti nella preghiera tra i lumini accesi e i volti di chi fugge dalla miseria alla ricerca di un futuro miliore.
"Il dolore non ha colore - dice il vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla - Così come la sofferenza e la disperazione. Vogliamo che la parola accoglienza non sia solo una parola vuota: per noi è stato un gesto concreto di amore, un'occasione per fare sentire accolte queste persone. Il colore, la provenienza, non hanno nessuna importanza".