I profughi nelle vecchie caserme, ecco la prima mappatura
A Jesolo, San Donà, Meolo, Ceggia e Caorle i possibili siti da usare per l'emergenza immigrazione
Dove mettiamo i profughi? I migranti in aree del demanio, lontane però da zone residenziali e turistiche. Come riporta il Gazzettino è questa la linea delineata dalla prefettura di Venezia per creare dei siti di accoglienza dove accogliere gli immigrati. Un po' come quello che sta nascendo nell'ex caserma di Ca' Turcata nel comune di Eraclea.
Il prefetto Domenico Cuttaia nella lettera inviata giovedì scorso ai 44 sindaci della provincia, annuncia che a breve ci saranno dei sopralluoghi per vedere se ci sono zone che rispecchiano tali requisiti. Si tratterebbe di strutture militari dismesse da anni e concentrate nel Basso Piave e nel Veneto Orientale. In teoria il requisito essenziale sarebbe la presenza di un impianto fognario riattivabile ma anche un perimetro recintato che racchiuda una superficie che possa ospitare dei nuovi moduli abitativi.
L'elenco dei nuovi alloggi potrebbe quindi contenere l'ex caserma della Guardia di Finanza "Giulio De Simone" a Cortellazzo di Jesolo, abbandonata da circa venti anni, ma anche l'ex caserma "Tombolan Fava" del quinto reggimento artiglieria in località Fiorentina a San Donà chiusa nel 2001, così come l'ex base missilistica di via Ponte Romano a Ceggia lungo l'argine del Piavon. Quest’ultima nell’agosto del 2014 risultò inidonea dalla commissione tecnica che condusse l'accertamento. Idem per altre due ex basi missilistiche, la "Hawk" di San Giorgio di Livenza a Caorle e la "Marteggia" di Meolo.
E l'ultimo appello lanciato dal prefetto arriva nella giornata di sabato. Con una lettera indirizzata ai sindaci, al commissario di Caorle e a quello di Venezia e al presidente della Regione, Domenica Cuttaia invita tutti i primi cittadini a collaborare, a non voltare le spalle perché chi non si preoccuperà del problema rischierà comunque di pagare le conseguenze dell'immigrazione e di trovarsi i migranti davanti le case. Si rischierà di finire come a Milano o a Roma denuncia il prefetto.