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Cronaca

Profughi, il prefetto non esclude le tendopoli: "Sono l'ultima spiaggia"

Nuovo appello di Cuttaia ai sindaci e ai privati per trovare posti letto per l'emergenza: "Ulteriori arrivi a breve, almeno non ostacolate la ricerca"

"L'accoglienza diffusa è l'unica alternativa a soluzioni più invasive, come per esempio l'installazione di tendopoli". A ribadirlo è il prefetto di Venezia Domenico Cuttaia, dopo che lunedì scorso a Ca' Corner si sono riuniti i rappresentanti degli enti locali e delle forze dell'ordine regionali proprio per cercare di gestire al meglio l'emergenza migranti. Perché a breve dovrebbero arrivare altre centinaia di profughi, fino a raggiungere quella quota di 700 che il ministero dell'Interno ha assegnato al Veneto. Da una parte ci sono i sindaci, che con le dovute eccezioni oppongono un secco no all'arrivo di ulteriori persone da ospitare al grido di "i posti letto sono esauriti", dall'altra c'è il prefetto, che una soluzione la deve trovare comunque.

ZAIA CONTROBATTE: "VIA I PROFUGHI DALLE LOCALITA' TURISTICHE"

Per questo motivo mercoledì mattina da Ca' Corner è stata inviata una nota, l'ennesima, con cui sensibilizzare i primi cittadini. Specie affinché possano rendersi interlocutori affidabili per indurre privati (sia del volontariato, sia delle mondo alberghiero) a mettere a disposizione le proprie strutture: "Ribadiamo che i costi sono interamente a carico del ministero dell'Interno", si legge nell'appello. Altrimenti l'alternativa viene messa nero su bianco, dopo che negli scorsi giorni sono stati effettuati dei sopralluoghi in caserme e aree demaniali venete (come a Susegana o a San Biagio di Callalta): "Requisizioni, caserme o tendopoli le consideriamo una pura ipotesi di extrema ratio ma che, giova ricordare, in alcune regioni confinanti costituisce già una realtà operativa - mette in chiaro Cuttaia - Rinnoviamo ai sindaci l’invito a collaborare nella ricerca o quanto meno a non ostacolarla".

Il documento è arrivato a poche ore dalle dichiarazioni preoccupate del presidente del Veneto, Luca Zaia, che mette nel mirino le possibili ripercussioni in fatto di prenotazioni e presenze nel caso in cui i profughi venissero sistemati in località turistiche (negli ultimi giorni arrivi si sono registrati tra Jesolo e Bibione per esempio): "Lasciate stare le località turistiche - intima - Perché alla vigilia della stagione estiva, e in piena fase prenotazioni, alla beffa si aggiungerebbe il danno. I timori del governatore sono rivolti poi alle azioni dei competitors, che secondo il governatore stanno già cavalcando ampiamente la questione profughi. Soprattutto quelli europei, specifica, "di quell'Europa sorda, cieca e nei fatti razzista che ci ha abbandonato e ancora oggi non va oltre le parole e gli annunci di vertici parolai. Dunque, nessun migrante nelle località di mare, di montagna, al lago o alle terme. Perché "nei fatti un turista la sua vacanza la sceglie il più lontano possibile da eventuali disagi".

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