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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Profughi, dopo il bando restano centinaia di posti scoperti. Intanto riprendono gli sbarchi

Con i numeri attuali sembra difficile alleggerire le presenze all'ex caserma di Conetta, dove vivono 550 persone. Poche domande a causa di regole rigide e pagamenti in ritardo

Bando concluso, poche domande e quindi ancora troppi migranti senza un posto dove essere accolti. È un primo bilancio, secondo i dati riportati da La Nuova Venezia, del concorso indetto dalla prefettura per l'individuazione di enti disposti a ospitare i profughi in provincia. Ca' Corner era alla ricerca di 1778 posti, ma la somma delle domanda giunte non arriverebbe neanche alla metà. Significa prima di tutto che alleggerire il centro di accoglienza allestito alla ex base militare di Conetta (circa 550 al momento) potrebbe rivelarsi più complicato del previsto. Nel frattempo ci si prepara a una nuova ondata di arrivi, circa 50mila posti in più da reperire in tutta Italia per la fine dell'anno.

Sarebbero due le ragioni principali che avrebbero scoraggiato i soggetti dal presentare domanda: da una parte le rigide regole imposte dalla prefettura, che ha stabilito dei limiti precisi di accoglienza tra i Comuni della provincia in modo da distribuire equamente le presenze e favorirne l'integrazione nel tessuto sociale locale. Il tetto è ad esempio di 350 a Venezia, 123 a Chioggia, 101 a San Donà, 45 a Mirano. Il secondo motivo è di natura economica, nel senso che nel Veneziano la prefettura salda le cooperative con ampio ritardo: i pagamenti sarebbero bloccati ad agosto scorso, con la conseguenza che i creditori sono spesso costretti a rivolgersi alle banche.

Al nuovo bando (che vale 18 milioni di euro) hanno partecipato sia enti religiosi che laici, alcuni dei quali già gestiscono situazioni di accoglienza di migranti: c'è la diocesi di Venezia, oltre ad una serie di associazioni cattoliche; e poi Coges, Villaggio Globale, la Cooperativa Olivotti con sede in Riviera del Brenta e la Fondazione Gini di Mirano, la Croce Rossa di Jesolo e il Cif (Centro italiano femminile) di Bibione. C'è anche Ecofficina, la cooperativa padovana che gestisce i 550 profughi di Cona: quest'ultima avrebbe offerto una trentina di posti in Riviera del Brenta. La somma di tutte le proposte, stando ai dati trapelati finora, ammonta a circa ottocento posti.

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