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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca San Marco / Piazza San Marco

Terrazza in piazza San Marco alle assicurazioni Generali: il "No" di Italia Nostra

L'associazione punta il dito contro la società che "abbandonò 'San Marchio' e ora torna con l’aureola e un progetto filantropico sui rifugiati, in cerca di eternità a scapito della storia"

E' una critica serrata quella dell'associazione per la tutela del patrimonio storico e artistico, Italia Nostra, al progetto presentato per San Marco, a Venezia, dalle assicurazioni Generali. "Non vorremmo essere nei panni dei tecnici della Soprintendenza veneziana. Un bel dilemma, presumiamo, li attanaglierà in questi giorni. Rifiutare alle Generali una terrazza 'mozzafiato' in Piazza, - scrive la presidente della sezione di Venezia,  Lidia Fersuoch - come sarebbe ovvio in un paese che tuteli le eredità culturali, o accondiscendere alla nuova moda della contaminazione, per cui un monumento conservatosi per secoli diventa ora opera di un architetto contemporaneo in cerca di eternità a scapito della storia?".

IL CUORE DI VENEZIA E' SOLIDALE, ALLE GENERALI IL PROGETTO 'THE HUMAN SAFETY NET'

"Generali abbandonò la città quando c'era bisogno di tenerla in vita"

"La stampa titola: 'Manca ancora il visto della Soprintendenza", come se fosse ormai solo questione di tempo - continua Fersuoch di Italia Nostra -. Ricordiamoci che, pur mantenendo qualche ufficio in Laguna, le assicurazioni si trasferirono a Mogliano in anni in cui il turismo era ancora contenuto e c’era bisogno di uffici e attività per mantenere in vita Venezia, e tornano ora con l’aureola dei santi, avendo trasformato la sede storica in un luogo di rappresentanza. Quel che ci mancava. Hanno in cantiere un progetto filantropico sui rifugiati e per quel progetto è necessarissima la terrazza. Quale enorme valore aggiunto regaleremmo alle Generali con la terrazzona sulla piazza, privando la cittadinanza del diritto sacrosanto di veder tutelato il suo patrimonio culturale".

Il progetto del percorso ai Giardini Reali

Italia Nostra esprime perplessità anche sul progetto del collegamento diretto della piazza ai Giardinetti Reali, "attraverso le Procuratie Nuove e il ponte levatoio da restaurarsi. Il percorso - spiega Fersuoch - è oggi ancor più chiaro. E a noi vengono in mente le alterazioni nella Punta della Dogana dove si è favorita la fruizione delle esposizioni, cancellando gli assetti originali e dunque la storia". C'è poi il precedente del Fontego: "Anche lì un archistar ha piazzato sopra il coronamento di merlature in pietra d’Istria, che sigillava concludendo la sommità dell’edificio, una terrazzona-mega-mega, con balaustrata in ottone. Così le merlature candide del Fontego sono ora incongruamente viste da dietro, fotografate a rovescio da ignari turisti e locali che gridano al panorama mozzafiato. Al coronamento gotico in pietra si è sostituito il coronamento contemporaneo - dicendola alla Fantozzi - in teste umane, con relativo immancabile sfavillio di flash nelle ore tarde. È lo stesso modo di fruire la città che si vorrebbe dovunque, anche in Piazza.

"Il tempo delle tappe di un Grand Tour da selfie è sempre più breve"

"A colui che firmerà - scrive Italia Nostra - tale autorizzazione tremerà forse un poco la mano? - E conclude -. Nell’apoteosi di salvifici interventi dei privati sul patrimonio di tutti (indipendentemente dagli assetti proprietari la storia è della collettività) abbiamo dimenticato cosa vuol dire essere dei veri mecenati e non dei mecenati di sé stessi. Ci viene in mente con invidia, nella nostra povera quotidianità di abitanti sopravvissuti, quel che ha fatto David Packard a Ercolano o Yuzo Yagi alla Piramide Cestia. Nessun ritorno d’immagine: Packard non vuole nemmeno una minima visibilità. E qui regaliamo la Piazza. Ma negare la terrazzona potrebbe irritare le Generali, le autorità, l’intellighenzia conformista prostrata davanti agli architetti di grido per paura di non essere cool. E del resto, si sa, Venezia non è più una città, non è più per i suoi abitanti, che si spera se ne vadano tutti, ma un brand, e San Marco è diventato 'San Marchio', com’ebbe a dire pubblicamente una autorità durante la festa del 25 aprile, con un significativo lapsus".

La replica di Generali

Il gruppo Generali sottolinea da parte sua "che non c'è ancora alcun progetto e che quando questo sarà pronto verrà presentato alla Soprintendenza e al Comune di Venezia".

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