Progetto Montesyndial e bettolina "del futuro" nella gestione Musolino
Il commissario straordinario si ricandida alla presidenza del porto e traccia un bilancio «positivo» di mandato. «Investimenti infrastrutturali, taglio dei debiti, scambi internazionali» e innovazione
Il progetto Montesyndial del porto di Venezia entra nel bilancio di mandato dell'ex presidente dell'Autorità di sistema portuale, Pino Musolino, che ha presentato lunedì i risultati dei quasi 4 anni della sua gestione allo scalo marittimo veneziano. «È un'opera - spiega Musolino - che abbiamo ripensato come il terminal dei contenitori del futuro, ma che avrà anche una vocazione alla logistica e all'intermodalità». Si tratta del recupero dell'area retroportuale dell'ex Montesyndial, abbandonata e acquistata dall'Autorità del porto con una bonifica di 88 ettari di terreno, la più grande opera di risanamento in loco.
Progetto
Il progetto è relativo alle aree industriali dismesse di Montefibre e Syndial e prevede la creazione di una nuova banchina per le attività di carico e scarico delle navi container e l’escavo del canale antistante. Il terminal container sarà in grado di gestire fino a 600.000 Teu all'anno e lavorare la merce direttamente sull'area. Per gli interventi di demolizione, messa in sicurezza e bonifica sono stati impiegati 41 ex dipendenti della Montefibre in mobilità.
La bettolina e il deposito
L'altra novità è la bettolina, una piccola nave per il trasporto di Lng (gas naturale liquefatto) nel porto. «Permetterà di fare bunkeraggio - spiega Musolino - nel nuovo terminal costruito da una joint venture pubblico-privata con Decal, che investe oltre 100 milioni di euro recuperando l'area del canale sud per un deposito da trenta mila metri cubi. Il gas è a minore impatto ambientale e minore emissione di zolfo in atmosfera. La bettolina rappresenta un elemento innovativo perché è disegnata e sviluppata da realtà italiane e riporta a Marghera la tradizione della cantieristica ad alta innovazione. «Se vogliamo che le imprese vengano a investire - conclude Musolino - dobbiamo offrire servizi e agevolazioni per attività ad alto valore aggiunto che sfruttano il terminal per lo sviluppo, per creare posti di lavoro, insediare imprese tecnologiche e creare know how, riducendo le esternalità negative del passaggio delle navi».