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Cronaca

Una proposta di legge per regolamentare i b&b a Venezia e nelle altre città turistiche

Le associazioni hanno presentato l'iniziativa al Toniolo di Mestre, davanti a 500 persone, attivando un dialogo con gli amministratori. L'idea è di fissare un equo rapporto tra abitanti e posti letto per turisti

Parte "dal basso" la proposta di un sistema di regolamentazione degli affitti brevi nelle città a più alta vocazione turistica, un'idea nata dall'incontro tra varie associazioni e che è stata raccolta anche da esponenti politici. Si tratta di una proposta di legge che vorrebbe imporre un limite al numero di posti letto in rapporto a quello degli abitanti. Venezia è il fulcro dell'iniziativa, alla quale però stanno partecipando anche realtà di altre città alle prese con probelmi simili: Roma, Firenze, Milano.

La proposta è stata presentata ieri al teatro Toniolo di Mestre in un incontro al quale hanno partecipato oltre 500 persone, tra cui deputati, senatori, consiglieri regionali e comunali. «Siamo partiti dall'analisi della situazione veneziana - spiega Giovanni Leone, architetto e presidente dell'associazione Do.Ve (Dorsoduro Venezia) - dove i posti letto destinati ad affitti brevi sono 20mila, un numero elevatissimo rispetto ai 50mila residenti. È necessario imporre dei paletti nelle città ad alta tensione abitativa come Venezia, stabilire un rapporto ragionevole che può essere tra il 10 e il 25 per cento, non certamente il 40».

Una soluzione che aiuterebbe a frenare le speculazioni e l'aumento incontrollato dei prezzi dei canoni. «Noi vogliamo evidenziare il principio - precisa Leone - dopodiché i singoli Comuni potrebbero declinare la proposta a seconda della specifica situazione. L'importante è rendere evidente che questa materia va regolamentata. Non può essere lasciata al libero mercato, a gestori che possiedono decine di case e fanno un'attività imprenditoriale speculativa facendola passare per attività di sharing economy». Gestori che agiscono «in modo opaco, senza controlli e godendo di un regime fiscale agevolato».

Nella proposta si è ipotizzato come principio, appunto, il rapporto tra posti letto negli immobili che si danno in locazione breve e i residenti, in modo da mantenere, a livello comunale, un rapporto accettabile di pressione turistica sul mercato residenziale. Le soglie indicate sono convenzionali (il 20%) e fanno riferimento al caso emblematico di Barcellona, dove la zona 2 prevede una percentuale vicina al 10%, ritenuta sostenibile in quel contesto.

Le associazioni stanno portando avanti un'azione a più livelli. «Abbiamo preso contatti con amministratori di varie città, tra cui Milano, Roma e Napoli - riferisce Leone - e abbiamo presentato la proposta di legge chiedendo che la politica faccia la sua parte, che porti avanti l'iniziativa su scala comunale, regionale e nazionale. È necessario tutelare i bisogni della cittadinanza, evitare la gentrificazione e contenere l'aumento dei prezzi. Un processo nel quale troveremo opposizioni, perché ci sono grandi interessi». Certo, il tema è vasto e include anche molti altri aspetti, come quello della residenzialità pubblica. Ma, un pezzo alla volta, va affrontato.

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