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Cronaca Chioggia

Anche Chioggia alla protesta dei pescatori a Roma: "Multe esagerate, è accanimento"

Mobilitazione martedì, imbarcazioni ferme e manifestazione nella capitale. Contestazioni contro nuove regole restrittive e sanzioni salate. Federcoopesca: "Adesione al 65/70%"

Sanzioni sproporzionate, "un accanimento contro la categoria che colpisce anche chi opera in modo corretto e sbaglia in buona fede". Così i pescatori si trovano ad affrontare spese enormi, "multe esemplari" che mettono in ginocchio ditte grandi e piccole. Sono le motivazioni che in queste ore stanno portando pescatori da tutta la Penisola a protestare nelle strade della capitale, davanti a Montecitorio, per portare all'attenzione della politica nazionale un problema che va avanti da tempo. A organizzare l'iniziativa è l'associazione marinerie d'Italia.

"Queste leggi ci penalizzano - spiega il presidente di Federcoopesca Veneto, Marco Spinadin - Impongono adempimenti burocratici e amministrativi che difficilmente possono essere rispettati con precisione e infliggono sanzioni economiche insostenibili. Una media di 4mila euro e un massimo di 75mila per i pescherecci più grossi. Si tratta di norme comunitarie spesso pensate sul modello di pesca dei Paesi del nord Europa, dove però c'è minore varietà sia di imbarcazioni che di specie ittiche".

Per questo anche a Chioggia per la giornata di martedì i pescherecci sono rimasti fermi (Spinadin parla di un'adesione del 65/70%), mentre alcune decine di rappresentanti del comparto locale si sono recati a Roma per partecipare di persona alla manifestazione. In vista c'è l'appuntamento del 9 marzo, quando Luigi Giannini, presidente di Federpesca, incontrerà sempre nella capitale Roma il sottosegretario al ministero delle Politiche agricole, Giuseppe Castiglione, e i parlamentari delle commissioni Agricoltura di Camera e Senato.

Due i temi principali all’ordine del giorno: lavorare per un ammortizzatore sociale più aderente alle esigenze del settore e realizzare un sistema sanzionatorio "ragionevole" che non produca impatti sulle imprese che pescano propriamente con attrezzi legali. Da questo punto di vista le questioni in ballo sono diverse: l'obbligo della tracciabilità elettronica, secondo Spinadin, porta a "multe facili" non appena si sgarra anche in buona fede, per esempio su comunicazione di uscita e rientro o peso e taglia del pescato. "E poi la decurtazione di punti sulla licenza dell’imbarcazione e sulla patente del comandante, l'impossibilità di accedere a finanziamenti pubblici, il fermo pesca. È giusto punire chi agisce in modo scorretto, ma qui si esagera. Allora dicano che vogliono arrivare a ridurre il comparto".

La risoluzione dei deputati pentastellati. "Rivedere l'attuale sistema di sanzioni sulla pesca che sta massacrando il settore con multe smisurate rispetto alle infrazioni commesse senza aver mai fornito alcuno strumento per una pesca più sostenibile e rispettosa delle regole per la salvaguardia degli stock ittici". È questo, in sintesi, il contenuto della delibera dei deputati del M5S della Commissione Agricoltura, presente martedì con una propria delegazione al presidio dei pescatori in piazza Montecitorio. "È vero che nei regolamenti europei sono previste sanzioni dissuasive ma non inique al punto da mettere in difficoltà l'attività produttiva dell'impresa che trasgredisce. L'attuale sistema introdotto con l'ultimo Collegato Agricolo, pur avendo depenalizzato le infrazioni previste per la cattura sottomisura di una serie di specie ittiche, prevede una forte sproporzione tra valore del danno e sanzione - spiega la deputata 5stelle, Silvia Benedetti, prima firmataria del provvedimento - Un esempio che i pescatori riportano è sui pesci sottotaglia eventualmente presenti in una cassetta: per un valore totale di 50 euro per una cassetta di pescato, la sanzione può essere anche di 5mila euro".

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