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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Castello

Lavoratori dell'Arsenale espongono i cadaveri del Mose: "Ci uccidono"

Folto pubblico nel week-end, i dipendenti di Costruzioni Arsenale Venezia hanno richiamato l'attenzione sui problemi del cantiere: "Non abbiamo futuro"

"Morte annunciata": sono comparse alcune macabre installazioni posizionate dai lavoratori del cantiere Costruzioni Arsenale di Venezia (Cav), che non hanno mancato di attirare l'attenzione delle migliaia di persone accorse nel week-end per l'iniziativa "Arsenale aperto". Manichini che spuntano un po' dappertutto nell'area in concessione al Consorzio Venezia Nuova, a simboleggiare il tragico e imminente destino degli operai attualmente impiegati. Questo è un cantiere storico, che dai tempi della Serenissima rappresenta il più importante elemento di connessione tra la città e l'acqua: qui Venezia costruiva le sue navi e qui gli operai si dedicavano alla loro manutenzione, un'attività che in qualche modo si è protratta fino ai giorni nostri. Ora ad attraccare in Arsenale, anziché le navi da guerra, ci sono le imbarcazioni destinate all'allestimento e alla cura del Mose, nonché le paratoie per le operazioni di manutenzione.

Oggi è territorio di scontro: sabato è stato il comitato No grandi navi a farne lo scenario delle proprie proteste, quando alcuni manifestanti sono saliti sulla paratoia esposta al pubblico contro le imbarcazioni da crociera in laguna (DETTAGLI). E per tutto il fine settimana i manichini "cadaveri" e alcuni dipendenti impegnati nella distribuzione di volantini hanno ricordato ai visitatori del "cantiere invisibile Cav". Invisibile e dimenticato, perché, secondo gli operai, "nel piano direttore del Comune di Venezia non si fa cenno a questa struttura". Situazione che appare in netto contrasto con quanto previsto nei piani iniziali per la manutenzione del Mose: "Cav doveva avere un ruolo nella manutenzione delle paratoie, una volta entrato in funzione - spiegano i rappresentanti sindacali -. Il Magistrato alle Acque, tramite il Consorzio Venezia Nuova (Cvn), ha adeguato e restaurato edifici e macchinari. Ora, dopo il commissariamento del Cvn, il cantiere Cav si trova senza prospettive di lavoro, se non l'ultimazione del Jack-up". Insomma, l'allestimento del mezzo per la rimozione delle paratoie - ormai praticamente concluso - sembrerebbe essere l'ultimo lavoro sicuro dei dipendenti Cav, rimasti senza certezze per il proprio futuro.

Nel frattempo, specificano i lavoratori, "pesa l'incognita se l'area sarà davvero adibita alla manutenzione del Mose. È già stata annunciata dai soci la chiusura definitiva della società al 31 dicembre 2015, con il ricorso agli ammortizzatori sociali fin dai prossimi mesi; inoltre la stessa Mose s.r.l., titolare del ramo d'azienda, è già stata messa in liquidazione dal Consorzio Venezia Nuova". "Siamo gli ultimi 'arsenalotti' e non abbiamo un futuro - concludono i lavoratori -. Chiediamo a tutti di impegnarsi a vigilare perché questa storica attività possa sopravvivere. Noi non abbiamo rubato nulla, ora ci rubano il posto di lavoro".

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