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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Arsenale

Arsenale, battaglia sul protocollo in Consiglio comunale

Respinta la pregiudiziale dell'opposizione all'inizio per il ritiro della delibera, la giunta modifica le clausole sulla riservatezza e l'accordo appare meno blindato. Galeazze per la sicurezza urbana e la salute pubblica. Mozione per la fruizione pubblica

Va oltre le 12 ore di discussione in Consiglio comunale il protocollo d'intesa sull'Arsenale di Venezia, attraverso il quale è stato stabilito di sistemare la ripartizione fatta nel 2013 del compendio, quando venne suddiviso in tre parti. La prima di proprietà comunale, la seconda del Demanio e la terza, cosiddetta area “sine die”, formata da immobili divenuti di proprietà del Comune ma che, ancor oggi, continuano a essere usati a titolo gratuito dalla Marina militare. Gli enti hanno deciso che il protocollo, una volta approvato dal Consiglio comunale e sottoscritto dal sindaco assieme ai due ministri, della Cultura e della Difesa, consentirà di dare assetto definitivo al compendio, eliminando la zona "sine die" del Comune, che diventa oggetto di concessione alla Biennale. L'accordo, reso noto dall'amministrazione a Natale del 2021, quasi subito aveva sollevato critiche sia fra l'opposizione che nei comitati e nelle associazioni che manifestano il 6 febbraio affermando: «L'Arsenale è della città». L'intesa a loro appariva come una rinuncia definitiva di quegli spazi del compendio dati al Comune, per incapacità di programmazione. Per questo era stato chiesto al sindaco di non firmarla. Proprio da qui è partito il Consiglio di giovedì 3 marzo, con una mozione pregiudiziale presentata da tutta l'opposizione per fermare la delibera, che è stata respinta, dando via libera alla votazione, uno per uno, di tutti gli emendamenti e alla fine all'approvazione a maggioranza dell'intesa.

La pregiudiziale

«Il Comune aveva concordato nel 2012 che gli venissero cedute alcune aree dell'Arsenale - interviene la capogruppo Pd, Monica Sambo -. Mentre certe porzioni del compendio infatti erano destinate alla Marina e al Ministero, i magazzini marittimi dovevano essere liberati con il trasferimento di tutti i materiali all'area degli Squadratori. La zona che doveva restare al Comune, con uso "sine die" alla Marina militare (che doveva essere provvisorio), l'amministrazione non l'ha mai chiesta completamente indietro per mancanza di progettualità». Sono questi gli spazi che le associazioni ora rivendicano, spiega la consigliera Sambo, cioè quelli su cui c'era già l'accordo che venissero liberati e consegnati al Comune. «È necessario lo stralcio della cessione al ministero della Difesa delle aree attualmente in proprietà del Comune, e l'apertura di un percorso partecipato di decisione su queste 7 tese». Un delibera "blindata", dice l'opposizione, in cui non c'è stata nessuna possibilità di apportare modifiche al protocollo. Alla fine una mozione della maggioranza impegna sulla fruibilità e l'apertura del compendio.

Gli emendamenti

In realtà, mentre la pregiudiziale viene respinta a maggioranza, all'unanimità viene modificato l'articolo 8 dell'intesa, che riguarda la "riservatezza" o "segretezza" del protocollo. Questo sembra aprire una breccia sulla possibilità di far passare alcune modifiche. Inizia un braccio di ferro che, dal pomeriggio, va avanti fino a notte fonda in Consiglio, nel corso del quale vengono analizzati, votati e per la maggior parte respinti tutti gli oltre 30 emendamenti presentati soprattutto dal Pd, 6 da Terra e Acqua (2 vengono assorbiti nell'emendamento di giunta che ha modificato la segretezza), 2 da Tutta la città insieme e 2 del Movimento 5 Stelle. «La giunta ha presentato un emendamento per correggere il protocollo accogliendo un suggerimento sull'articolo 8, clausole di segretezza, e dimostrando che l'intesa era migliorabile dal punto di vista della trasparenza», dice il capogruppo Terra e Acqua Marco Gasparinetti. 

«Ho presentato due emendamenti al protocollo, sottoscritti anche da altri colleghi consiglieri del Pd, sapendo che sarebbero stati bocciati, per tentare almeno di ottenere maggiore trasparenza. Ho chiesto che i nomi dei rappresentanti della “Task Force” che sarà formata vengano resi pubblici, ma mi è stato risposto che la proposta risulta generica. Inoltre avevo proposto che venisse aggiunto un punto tra i compiti della Task Force, ossia “informare prontamente la cittadinanza riguardo ai progetti che verranno messi in atto". Mi è stato risposto che questo non rientra “nelle competenze del tavolo e dei pubblici funzionari o incaricati di pubblico servizio che lo comporranno”. Ma la giunta ha presentato poi un emendamento per “rendere massimamente confacente il contenuto del protocollo ai principi di trasparenza, pubblicità e informazione ai cittadini”», commenta il consigliere del gruppo "Tutta la città insieme!", Giovanni Andrea Martini.

Il restauro del bene

«Mi metto nei panni del cittadino che ascolta. Non è una delibera semplice da comprendere - esordisce l'assessore al Patrimonio Paola Mar - Dal 2013 l'area "sine die" di proprietà dl Comune non è stata utilizzata dall'ente locale ed è rimasta così per 9 anni. Poteva essere occupata dalla Marina militare che non avrebbe potuto comunque restaurarla. Ma il problema è che questi beni storico-architettonici non possono essere restaurati finché sono in capo al Comune, e le loro condizioni sono sempre più precarie. Ora c'è un finanziamento del ministero della Cultura che mette a disposizione della Biennale la zona per l'Archivio storico di Arte contemporanea. Nel Pnrr vengono individuati, sempre per la Biennale, oltre 104 milioni di euro per l'Arsenale. Nell'area del Comune, dove c'è la Marina militare, su metà resta la Marina militare, e sull'altra metà torna il Comune che la convenzionerà con la Biennale, in modo che possano essere investiti quei milioni del ministero della Cultura. 

Aree aperte in luoghi protetti

«Questo accordo ci consente di proteggere questi luoghi, di averne cura - dice la consigliera Deborah Onisto - Comprendo il valore anche sentimentale di quei luoghi. Il riordino degli aspetti patrimoniali permette di collocare al meglio le varie funzioni, così da attribuire, spero, a un bene pubblico, libertà di accesso e fruibilità. Su questo è fondato il mio voto. Ai cittadini e ai colleghi trasmetto questa volontà, che l'Arsenale resti pubblico a tutti gli effetti». Lo ritiene anche il consigliere Riccardo Brunello: «Questi spazi potranno essere sistemati e manutentati, e queste risorse saranno essenziali». «Sono 170 i milioni complessivamente, di cui 105 all'Arsenale in capo alla Biennale per l'Archivio, come luogo vivo, aperto e pulsante - sostiene il consigliere Emanuele Rosteghin - Il ministro Franceschini dice che recupererà aree utilizzabili dal pubblico e sempre aperte. Le criticità riguardano invece l'uso del bacino, che deve essere un luogo della città, invertendo il principio e avviando un dialogo con Marina militare anche per quelle due tese, pensando alla fruibilità pubblica. Si è persa l'occasione per fare di più su questo - dice - il protocollo è arrivato quasi immodificabile sugli aspetti della Marina». «A mio avviso - commenta la consigliera Cecilia Tonon - il recupero delle aree fatiscenti senza protocollo non sarebbe stato possibile. L'Arsenale deve restare un luogo pubblico, su questo mi riconosco. Il Comune utilizzi l'Arsenale per un percorso con ricadute positive sulla città e sulla residenza. Quanto al rio delle Galeazze, Sant'Elena, la Certosa, San Pietro e la parte nord non vengano escluse, in caso di riapertura al traffico», punto questo che si scontra con il "No" al transito accanto alla porta dei leoni, espresso da comitati e opposizioni. Tra gli emendamenti c'è l'ok a quello sull'accesso all'Arsenale, libero e gratuito, da campo della Tana. «La giunta Brugnaro - commenta il consigliere Gianfranco Bettin dell'opposizione - invece di coinvolgere la città, che per anni ha voluto la riacquisizione dell’area e ne ha discusso, in base a proposte concrete, il possibile riuso a fini produttivi, culturali e a libera fruizione da parte dei veneziani, ha sottoscritto con lo Stato un protocollo chiuso, inemendabile, che restituisce parti importanti dell’Arsenale alla Marina militare, pregiudicandone la piena utilizzazione da parte della città. Ha, quindi, respinto ogni proposta delle minoranze in questo senso nel lungo dibattito in consiglio comunale durato tutto il giorno e parte della notte. È stata l’ennesima arrogante scelta che contraddice decenni di dibattito e di attese, idee, progetti, della città».

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