Da un anno "piazzavano" falsi quadri d'arte moderna, tre in manette

"Ti dovremo spaccare le gambe". Anche da questo episodio di estorsione ai danni di un antiquario mestrino gli agenti della guardia di finanza sono passati per scoperchiare un'intera organizzazione dedita alla commercializzazione di opere d'arte moderna false.

In quel caso, tre settimane fa, finirono in manette tre italiani, accusati di estorsione e rapina aggravata. Nel loro mirino era finito un ex commerciante d'arte, che aveva pagato circa 30mila euro per tre opere (tra cui un Licata e un Finzi). Poi le richieste di denaro si erano susseguite l'una all'altra, accompagnandosi alle minacce: "Quei quadri sono sotto indagine per riciclaggio", veniva detto alla vittima di turno, che per paura di vedere macchiato il suo nome pagava.

Il nucleo di polizia tributaria delle Fiamme Gialle, all'interno di un'inchiesta coordinata dalla magistratura di Rovereto, ha poi approfondito le indagini, scoprendo che due di essi, secondo gli inquirenti, appartenevano a un gruppo di pregiudicati che immetteva sul mercato opere d'arte moderna false. I due sono stati arrestati di nuovo, e con loro è finito in manette anche un terzo complice, anch'egli italiano.

Circa 180 le opere false "piazzate" in 12 mesi, che se fossero state vendute avrebero fruttato circa due milioni di euro. I quadri sequestrati avevano raggiunto Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Lombardia. Denunciate anche altre tre persone incaricate di commercializzare i falsi. Tra gli artisti copiati figurano nomi come Modigliani, Balla, Baldessari, Gino Rossi e Fortunato Depero. Le indagini dell'operazione, denominata "ArteFatto", sono iniziate un anno fa. Per gli arrestati è stata formulata l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla contraffazione di opere d'arte e la loro messa in commercio.