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Cronaca San Marco / Piazza San marco

L'aveva appeso in casa: recuperato un quadro trafugato ventun'anni fa

Dipinto fu rubato in una notte del 1993 nel monastero benedettino Beato Pellegrino di Padova. Era nell'abitazione di un appassionato rodigino

Era consapevole di avere appesa al muro della propria abitazione rodigina un'opera da centinaia di migliaia di euro. Ma forse non sapeva che quest'ultima era stata rubata 21 anni or sono dalla chiesa-oratorio di Sant'Anna, annessa al complesso del monastero benedettino del XV secolo del Beato Pellegrino di Padova. Divenuto una casa di riposo dal 1821. I carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale di Venezia, infatti, nel corso delle ultime settimane hanno sequestrato a un uomo residente nella provincia di Rovigo, al termine di una perquisizione domiciliare, un dipinto a olio su tela raffigurante "Cristo alla Colonna". Un quadro attribuito a Jacopo Negretti, detto "Palma il Giovane", vissuto a Venezia dal 1544 al 1628. Si tratta di un'opera molto rara, se non altro per la posizione particolare in cui Gesù viene raffigurato. Piegato su se stesso e legato alla colonna con una corda.

Fatto sta che il dipinto era sparito in una lontana notte di razzie tra il 24 e 25 ottobre 1993, quando la porta della chiesa di Sant'Anna venne forzata e alcuni delinquenti si portarono via diverse opere di pregio, compresa il "Cristo alla Colonna". L'unica per ora ritrovata. I carabinieri devono ringraziare con ogni probabilità la segnalazione di un ospite dell'appassionato d'arte rodigino. Qualcuno che se ne intende e che ha capito subito che in quella casa aveva davanti agli occhi un dipinto "scottante". Dopodiché la Soprintendenza, in seguito al sequestro, ha certificato il tutto: l'opera è proprio quella di Palma il Giovane, inserita nel database di quelle scomparse nel nulla. Un calderone in cui si trovano i file di circa cinque milioni di capolavori che di punto in bianco non si capisce dove siano finiti.

Il quadro passando di mano in mano negli anni ha subito anche un restauro. Pare non recente. Si tratterebbe del tentativo di rendere più appetibile al mercato l'opera, trascurando i dettami filologici che imporrebbero di mantenere le caratteristiche principali del simulacro. In questo caso, invece, non sarebbero stati valorizzati elementi come il volto del Cristo o il flagello a forma di piccola scopa. Segni distintivi dell'autore. A quanto sembra, poi, il dipinto sarebbe stato anche "tagliato" senza rispettare le sue dimensioni originali. Naturalmente ora le indagini continuano per ricostruire il percorso tortuoso del Cristo alla Colonna, magari cercando di far luce anche sul destino delle altre opere trafugate 21 anni fa. Per quanto riguarda il ritorno del dipinto "a casa", è possibile che, visto l'importanza del dipinto, la Soprintendenza decida di collocarlo in una sede museale. In modo da valorizzarlo al massimo. L'appassionato rodigino è stato denunciato per ricettazione.

IL MAGGIORE GIUSEPPE MARSEGLIA, COMANDANTE DEL NUCLEO TUTELA PATRIMONIO CULTURALE DEI CARABINIERI DI VENEZIA

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