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Cronaca

Il questore Della Rocca saluta e se ne va: "Ma di Venezia sono innamorato"

Da oggi l'incarico di dirigere la questura della Capitale: "Arrivo con le migliori intenzioni, cercando di conoscere i problemi sul campo per trovare il modo migliore per affrontarli e gestirli"

Il questore Fulvio Della Rocca ha lasciato Venezia per assumere, da oggi, lo stesso incarico a Roma. Un incarico di prestigio accompagnato da un curriculum di alto profilo segnato da numerosi successi. Della Rocca ha salutato Venezia dopo tre anni vissuti "in modo intenso in una città fragile - ha detto -, che ha bisogno di tante attenzioni e tanta cura soprattutto dal punto di vista della sicurezza. E' una città che ti fa comunque innamorare".

I risultati non sono mancati "anche grazie - ha ricordato - a una grande squadra di uomini e donne che si sono spesi oltre quanto chiedevo". Tra i ricordi la visita del Papa che "sotto anche il profilo professionale - ha rilevato - è stata una grande esperienza, vista la particolarità dell'evento che ha avuto come epicentro", ma non è da dimenticare la recente visita del presidente della Repubblica.

Sul fronte operativo la gestione Della Rocca è stata segnata da una pressante continuità degli interventi di contrasto molto significativi, soprattutto nell'ultimo periodo, nei vari settori colpendo la criminalità, anche mafiosa, e garantendo nel contempo la sicurezza dei cittadini, specialmente nelle zone 'calde' del territorio, Mestre in primis.

"Lascio con meravigliosi ricordi - ha sottolineato il questore - e approdo a Roma con le migliori intenzioni, cercando di evitare i tempi morti e di conoscere, con il supporto delle istituzioni e dei collaboratori, i problemi sul campo in modo da trovare la maniera migliore per affrontarli e gestirli. Roma è una realtà molto impegnativa, ma cercheremo di darci da fare".

Napoletano, 58 anni, Della Rocca è funzionario della polizia di Stato dal 1975. Ha mosso primi passi a Mantova, dove si è occupato delle indagini su 'Ludwig', dietro la cui sigla c'erano Abel e Furlan ritenuti responsabili di numerosi omicidi in Italia e all'estero. Trasferito nel 1992 a Gioia Tauro, in Calabria, ha compiuto numerose operazioni contro la 'Ndrangheta, la più importante delle quali è la 'Tirreno' che ha consentito la cattura dei principali esponenti delle famigerate famiglie mafiose della piana di Gioia Tauro.

Nel 1995 come capo di gabinetto alla questura di Bologna (dove nel 1997 è diventato vicario) ha vissuto le vicende legate alla 'Uno bianca'. Questore nel 2001 ad Agrigento, ha coordinato l'operazione 'Cupola' che nel 2002 ha visto l'arresto di 15 esponenti di spicco della mafia locale riuniti in un summit. Questore di Ravenna nel 2003 e di Pisa nel 2007 è arrivato a Venezia nel 2009. (Ansa)

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