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Cronaca

Studentesse molestate per strada, tante segnalazioni. «Non ci sentiamo sicure»

La pagina SpottedUniVe ha raccolto una serie di testimonianze riportate da ragazze che frequentano l'università a Venezia. Iuav: «Il problema della percezione di sicurezza emerge anche nelle nostre indagini interne»

«Stavo camminando e un ragazzo ha iniziato a seguirmi, mi ha afferrata per le spalle e messo le mani sotto la gonna. Ho urlato, ma era tarda notte e per strada non c'era nessuno». È una delle varie testimonianze di giovani studentesse che negli ultimi tempi sarebbero rimaste vittime di molestie da parte di sconosciuti tra le calli di Venezia. Diversi episodi preoccupanti, raccolti dalla pagina Instagram SpottedUniVe, sarebbero avvenuti nell'area di Santa Marta. C'è chi assicura che negli ultimi giorni, nella zona, se ne siano contati almeno cinque.

La percezione di insicurezza emerge effettivamente da un'analisi realizzata dall'università Iuav Venezia, che a Santa Marta ha una delle sue sedi principali. «L'ateneo attua un piano per le uguaglianze di genere - spiegano da Iuav - che include anche un'indagine a cadenza annuale rivolta a tutta la comunità di ateneo. Abbiamo rilevato che le studentesse segnalano dei problemi di sicurezza, non tanto all'interno delle sedi universitarie ma durante gli spostamenti in città. Ad esempio nei giardini, dove il momento del ritorno dalle lezioni, specialmente in ore serali, è vissuto in modo ansioso». Tanto che le studentesse si sono organizzate con iniziative "di rete", ad esempio utilizzando una app sul telefono che consente loro di ricevere una telefonata mentre camminano.

Le molestie sembrano verificarsi con una certa frequenza. Sabato, attorno alle 20, un gruppo di studentesse sarebbe stato avvicinato da un ragazzo, che avrebbe palpeggiato due di loro. «Stavamo tornando dalla spesa - si legge in una storia -, quando un uomo moro, sulla trentina e con occhiali da vista, ci ha sorpreso alle spalle. Noi purtroppo avevamo la spesa in mano e non abbiamo potuto reagire. Quando ci siamo girate, ci ha guardato ed è scappato correndo». Nonostante le giovani avessero gridato e la scena sia avvenuta in pubblico, con molte persone sedute nei bar, «nessuno è intervenuto. Si sono limitati a guardarci senza dire nulla».

Domenica pomeriggio è stata segnalata la presenza di un maniaco dall'altra parte della città, lungo fondamenta Sacca San Girolamo, in Baia del Re. «Io e la mia coinquilina eravamo lì a studiare, sedute su una panchina - racconta una di loro, una 21enne trentina che vive a Venezia -. Un uomo era seduto alle nostre spalle e abbiamo notato che si avvicinava». Voltandosi, hanno capito che stava compiendo gesti di autoerotismo. «Istintivamente ci siamo alzate e allontanate, poi siamo tornate per dirgli di vergognarsi: è una cosa indecente, oltretutto di pomeriggio, con bambini e famiglie attorno». Secondo l'identikit fornito dalla ragazza, si tratterebbe di un uomo dalla carnagione scura, basso di statura, con capelli corti e cresta. La studentessa è andata in questura per sporgere denuncia, prendendo appuntamento per giovedì. «Se qualcuno riconosce la descrizione e ha avuto a che fare con questa persona, per favore denunci», aggiunge. La 21enne conferma la percezione che emerge da questi racconti: «Non ci sentiamo sicure al cento per cento a girare da sole, specialmente di sera. Ma una cosa così, in pieno giorno, non ce l'aspettavamo».

Le segnalazioni riguardano luoghi aperti, ma non solo. Succede, ad esempio, nei mezzi del trasporto pubblico. «Su bus e vaporetti - racconta un'altra giovane -, troppo spesso si siedono accanto uomini e si toccano».

Al di là delle segnalazioni dei singoli episodi, non è semplice monitorare il fenomeno. Nello specifico caso di Venezia non risulta una crescita delle denunce di questo tipo alle forze dell'ordine (anche se sembra assodato che, in generale, con la pandemia le donne vittime di violenza di genere siano aumentate); va ricordato, però, che in molti casi per le vittime denunciare è complicato: «È difficile reagire, renderti conto che non è colpa tua - riferisce Tina Boem, vicepresidente del senato degli studenti di Iuav - e poi affrontare le domande di chi ti chiede cos'hai fatto, com'eri vestita. Per ottenere cosa?».

Il tema della violenza di genere è stato affrontato nella giornata del 5 giugno, nel corso delle celebrazioni per l'anniversario dell'Arma, quando è stato ricordato l'impegno nella lotta ai comportamenti che ledono le donne fisicamente, psicologicamente e nella loro dignità. Dal rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese, ha spiegato il comandante provinciale Nicola Conforti, è emerso che l’83,5 per cento delle italiane è dell’opinione che con la pandemia ci sia stato un aumento della violenza.

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