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Cronaca Chioggia / Borgo San Giovanni

Paura a Borgo San Giovanni: parroco minacciato con un coltello e rapinato

Il responsabile sarebbe stato individuato dalla polizia. Don Mario si è svegliato e ha trovato il malvivente accanto al letto armato di coltello: "L'ho disarmato, poi l'ho spinto fuori"

"Mi sono svegliato e me lo sono trovato vicino al letto". A parlare è don Mario, parroco 79enne della parrocchia di San Giovanni Battista a Chioggia, vittima di una rapina in casa da parte di un bandito solitario poi forse individuato dalla polizia. Un sospetto è stato portato in commissariato e sarebbe pure stato riconosciuto dal prelato: "Non l'ho visto in faccia, ma abbiamo avuto una colluttazione. Ho ben presente la sua corporatura, ho avuto l'impressione possa essere lui - dichiara don Mario - deve avermi seguito, verso le undici di sera prima di coricarmi avevo controllato se ci fossero porte o finestre aperte. Era tutto in ordine".

Invece non lo era. O meglio, quasi tre ore più tardi non lo sarebbe più stato: la canonica della chiesa sarebbe stata violata dall'intruso, descritto come extracomunitario, forse di colore. "Parlava con accento straniero - sottolinea il parroco - Mi sono svegliato ed era a pochi metri da me. Mi sono difeso con mani e piedi. Lui aveva un coltello, l'aveva preso in cucina". Tutto dura pochi istanti: la vittima tenta di allontanare da sé il delinquente, l'altro lo minaccia: "Dammi i soldi o ti ammazzo", sibila. A un certo punto, però, don Mario riesce a disarmarlo: "Impugnava la lama tenendo una mia camicia sul manico per non lasciare impronte - ricorda il prete - anche per quello forse ha perso la presa". Una volta che il coltello è a terra, don Mario lo allontana. A quel punto l'intruso cambia registro: "Dammi dei soldi". Le parole sono sempre quelle, ma il tono è diverso. Non c'è più l'aggressività di prima, anzi: "Sono riuscito con forza, ma non con violenza, a spingerlo fuori dalla camera - conclude don Mario - poi lui deve aver capito che stava rischiando ed è scappato".

La fuga a bordo della Fiat Punto del parroco, visto che le chiavi del veicolo erano insieme a quelle della canonica. Un mazzo unico, nascosto in un luogo lontano da occhi indiscreti: "Per questo penso che mi abbia seguito - ragiona don Mario - altrimenti non avrebbe mai potuto trovarle. Ha anche mangiato qualcosa in cucina prima di prendere il coltello". Dunque il rapinatore fugge: bottino due cellulari e poco altro. Niente soldi. A un certo punto, però, il malintenzionato si tradisce da  solo: sulla statale Romea, in direzione Rosada, colpisce il guard-rail e il veicolo danneggiato non può più continuare la marcia. Subito dopo un incolpevole automobilista tampona la Fiat, che però oramai era rimasta incustodita in carreggiata.

Sul posto intervengono gli agenti della polizia stradale di Piove di Sacco, che effettuano i rilievi e setacciano l'area. Serve capire chi ci fosse al volante e se si trovasse in  gravi condizioni. Intanto il commissariato viene allertato: gli agenti raggiungono la canonica e suonano al parroco, che fino a quel momento (ad alcune ore di distanza dalla rapina) non aveva ancora lanciato l'allarme. Con il suo racconto il quadro si fa più nitido: nel frattempo, a quattro chilometri circa dal punto dell'incidente, viene fermato un cittadino marocchino senza fissa dimora. E' a piedi, da solo. Con sé i due cellulari rubati a don Mario. Inevitabile quindi l'accompagnamento in commissariato. E' lui il colpevole della rapina? Non è detto. Perché nella canonica potrebbero essere intervenute più persone e perché a bordo dell'auto sarebbe potuto essere anche non da solo.

Lui allontanerebbe da sé le accuse, affermando che la refurtiva l'avrebbe acquistata da un'altra persona. Dunque fino a sera inoltrata tutte le decisioni erano ancora in ballo: il sospettato è stato trovato ubriaco, dunque è possibile che anche l'alcol abbia giocato un ruolo nella vicenda. Per il senzatetto, con precedenti per reati contro il patrimonio ma anche contro la persona, venerdì il trasferimento in un Cie di Bari, in attesa dell'espulsione. Con la fedina penale sporcata da una denuncia per rapina aggravata.

Gli agenti del commissariato sono riusciti a dimostrare che nella serata precedente, il 29enne si era reso responsabile di un tentativo di furto all’interno di un bar della zona di Borgo San Giovanni. Grazie alle immagini di videosorveglianza dell’esercizio pubblico e al riconoscimento fotografico operato dalla vittima del tentato furto, lo straniero è stato denunciato anche per questo reato, inseguito e bloccato dalla proprietaria.

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