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Cronaca San Donà di Piave

Rapina Venerandi, bottino in parte in mano a un giovane di San Donà

Un 24enne ai domiciliari domenica notte ha aperto la porta in boxer. Trafelato. Vestiti sporchi di fango e i soldi e gioielli trafugati a Monastier

Ha aperto la porta trafelato. Come se avesse appena finito di fare una lunga corsa. Peccato che lui, albanese di 24 anni residente a San Donà, non poteva proprio uscire di casa. Ed è difficile sporcarsi di fango rimanendo diligentemente nella propria abitazione. Il giovane, infatti, era agli arresti domiciliari per delle questioni di droga di un paio di anni, ma è stato trovato in possesso di parte della refurtiva che quattro banditi avevano appena trafugato domenica notte dall'abitazione di Renzo Venerandi, il "re" della movida trevigiana. Gestore dell'Odissea di Spresiano e del Casa di Caccia di Monastier.

Una rapina violenta, con l'imprenditore legato mani e piedi e picchiato ripetutamente. Fino a perdere i sensi. Sempre con una pistola puntata alla testa e minacciato di morte. Un incubo. Durante quella incursione i banditi si erano portati via tremila euro in contanti (che Venerandi aveva con sé in attesa di depositarli in banca il giorno seguente), tre pistole regolarmente denunciati e vari monili d'oro. Costosi. Tra cui un accendino d'oro e un paio di pendagli.

Il sospetto che il sandonatese facesse parte del quartetto entrato in azione con i volti travisati da passamontagna viene suffragato dal fatto che al primo controllo domiciliare dei carabinieri il 24enne non c'era. I militari hanno suonato ripetutamente il campanello dell'abitazione, senza ricevere risposta. Un'ora più tardi, invece, verso le 2.40, la porta si è aperta. Il 24enne è uscito in boxer, trafelato. Aveva appena tolto dei vestiti e un paio di scarpe, sporche di fango fresco e di erba. Sul tavolo alcuni gioielli sottratti dall'abitazione di Venerandi. Di più. Non appena è sorto il sole, i carabinieri hanno trovato sulla tettoia di un piccolo fabbricato sul retro del giardino altri gioielli e contanti.

Inevitabili per il 24enne le manette per evasione e ricettazione. Continuano invece gli accertamenti per stabilire se effettivamente il giovane abbia fatto parte del commando che ha rapinato domenica notte l'imprenditore di Monastier, picchiato più volte. A ripetizione. Fino a perdere momentaneamente i sensi.

A far scappare i delinquenti l'improvviso arrivo di un collaboratore del Casa di Caccia, insospettito dalle luci accese della casa. Ha puntato i fari della sua auto verso l'abitazione, mettendo in allarme i furfanti. Immediata la chiamata ai carabinieri, effettuata dal collaboratore della vittima da una ditta vicina.

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