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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Dolo / Via Torre

Sette minuti di terrore: "Volevano chiudermi nel bagagliaio. Ho pensato ai miei figli in casa"

Parla l'imprenditore picchiato giovedì sera in via Torre a Dolo: "Sono sbucati in giardino. Avevano delle fascette. Uno di loro continuava a dirmi 'dammi i soldi', ma non li avevo"

Sette lunghi minuti di terrore in balia dei delinquenti. Sette lunghi minuti attanagliato dal dubbio che potessero aver fatto del male a moglie e figli. Tanto è durata l'aggressione nei confronti dell'imprenditore di 43 anni di Dolo che giovedì sera è stato picchiato da una coppia di rapinatori che l'ha sorpreso nel giardino della sua abitazione di via Torre, non appena sceso dalla propria auto: "Tutto è stato immortalato dalle telecamere ed è ora al vaglio dei carabinieri - racconta la vittima, titolare di un'impresa attiva nel settore metalmeccanico - avevo parcheggiato l'auto dietro quella di mia moglie. Loro sono spuntati dall'oscurità sulla mia destra e hanno iniziato a picchiarmi". Pugni e calci, ma la vittima ha la prontezza per reagire: "Ho cercato di resistere - sottolinea - avevano le pistole, ma in quei momenti non ho capito se solo una o due. Non potevo vederne il volto perché erano travisati". 

"Volevano chiudermi nel bagagliaio"

La vittima urla ma dà filo da torcere agli intrusi, tanto da costringere uno dei criminali a colpirlo con il calcio della pistola alla testa: "A un certo punto hanno tirato fuori delle fascette - continua l'imprenditore, che chiede di rimanere anonimo - Volevano chiudermi nel bagagliaio. Erano feroci, violenti. Forse sono stati attirati dal mio Suv, che dà nell'occhio". Il blitz non appare casuale: "Mi stavano aspettando, torno più o meno alla stessa ora la sera e qui è sempre tutto buio - sottolinea il 43enne - ma se tornano troveranno un uomo che non ha paura. Il mio primo pensiero è stato per mia moglie e per i figli, erano in casa. Ho pensato che avessero aggredito anche loro". 

Indagini in corso

I criminali puntavano ai soldi, convinti di andare a colpo sicuro. Non è stato così: "Non avevo nulla - dichiara il rapinato - ma uno di loro continuava a ripetere 'dammi i soldi, dammi i soldi'. Ho avuto l'impressione che fossero stranieri, in quei momenti però non capisci granché. Poi mi hanno curato all'ospedale, mi sto lentamente riprendendo". Sulla testa, vicino all'orecchio, ancora un grosso cerotto: è il punto in cui lo sventurato stato colpito con il calcio della pistola. Ma i traumi sono stati numerosi: "Non auguro a nessuno quello che mi è successo - conclude la vittima - per giunta è accaduto a poche centinaia di metri dalla caserma dei carabinieri di Dolo". 
 

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