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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Fiesso d'Artico

Rapine a portavalori e orafi: arrestati in quattro, due ex Mala

Due veneziani erano già finiti nel mirino dei carabinieri per detenzione di armi. Ora, al pari dei complici, viene contestata loro un assalto a Vicenza

Quattro persone, di cui due appartenenti all'ex Mala del Brenta, sono stati i destinatari di un provvedimento di custodia cautelare a conclusione di un'indagine dei carabinieri di Vicenza su rapine ad orafi e furgoni portavalori. la banda, molto organizzata e attiva tra le province di Padova, Venezia e Vicenza, aveva incassato oltre due milioni di euro. Tra loro anche un insospettabile.

Erano un gruppo compatto, senza capi e scagnozzi, ben organizzato e armato, che univa vecchie e nuovi professionisti delle rapine. le indagini dei carabinieri di Vicenza e Bassano unite allo sforzo dei comandi di Padova e Venezia sono riuscite a collegarli a diverse rapine dopo che un mese fa il loro arsenale era stato scoperto nel garage dell'abitazione del loro addtto alla logistica, un dirigente di medio livello di una nota ditta di trasporti e portavalori, fino all'irruzione dei carabinieri, ancora incensurato.

Tutto iniziò il 14 marzo 2013 con l'assalto serale ad una ditta orafa di Bassano. La banda armata di mitra e pistole portò via oltre un milione di euro in oro e gioielli, mostrando subito una non comune determinazione. I colpi degli uomini infatti erano ben studiati, opera di professionisti che non perdevano mai la calma e ben preparati per un eventuale scontro a fuoco con le forze dell'ordine. Nel loro arsenale i temibili Ak 47, ma anche pistole, spesso provenienti dal cinturone delle guardie armate rapinate in passato, giubbotti antiproiettile e chiodi "Spikes" pronti a bucare le gomme agli inseguitori.

I carabinieri sono riusciti ad arrivare a loro grazie alla ripresa dell'Audi rubata in precedenza all'aeroporto di Venezia e poi utilizzata per la rapina. Una scelta che riporta il gruppo di fuoco, insieme ad altre prove ad almeno altre due rapine compiute tra febbraio e marzo 2012. Nel covo della banda venne ritrovato l'arsenale utilizzato per le rapine e per questo furono arrestati B.C, padovano del 71 e N.M. di Fiesso D'artico, del 55, messi al gabbio per la sola detenzione di armi. Martedì il giudice ha aggiunto anche il reato di rapina, coinvolgendo M. M. di Dolo, classe 1958 e R.S. del 75.

I due più vecchi del gruppo, già arcinoti alle forze dell'ordine, appartenevano a quel sottobosco criminale che negli anni di Felice Maniero partecipava in modo diretto ed indiretto alle operazioni della Mala del Brenta. Tutti e quattro i criminali al momento dell'applicazione delle misure restrittive erano già dietro alle sbarre, per reati messi a segno nel Padovano. Le indagini ora continuano, perchè se da un lato moudus operandi, armi e auto, potrebbero portare a nuove svolte dell'inadagine, si cercano ancora i proventi del bottino dei molti colpi, e il gruppo di ricettatori a cui la banda si sarebbe appoggiata.

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