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Cronaca

Ulss 3, è record: 7000 vaccinazioni in un giorno. E il motore ora gira a pieno regime

Con forniture adeguate e costanti, le aziende venete, compresa la Serenissima, possono dare la svolta definitiva alla campagna vaccinale

Nella giornata di giovedì l'Ulss 3 ha registrato 7.003 vaccinazioni, record da inizio campagna. Oggi, e per tutta la prossima settimana, sono previste più di 6mila inoculazioni al giorno. Con forniture consistenti e finalmente regolari, l'azienda Serenissima può raggiungere la soglia di somministrazioni che si era prefissata alcuni mesi fa e andare anche oltre. Solo al Pala Expo di Marghera, l'hub di riferimento, si viaggerà a 2500 immunizzazioni ogni 24 ore.

Dopo mesi di difficoltà, tagli e contrordini, i magazzini sono pieni e pronti per essere sfruttati a dovere. La Regione questa mattina poteva contare su 220mila dosi disponibili e domani ci sarà la più grande distribuzione finora realizzata da inizio campagna: arriveranno infatti all'ospedale dell'Angelo di Mestre 184.400 dosi, 151mila di AstraZeneca, 20.500 di Moderna e 12.800 di Johnson&Johnson. «Abbiamo garanzie di forniture ora, l'unico punto interrogativo per il futuro rimane su AstraZeneca, per quanto sia prevista una consegna importante», aveva commentato il presidente veneto Luca Zaia oggi in conferenza stampa.

Tornando al territorio della Serenissima, secondo le ultime rilevazioni, di 70.467 over 70, 40.967 sono già stati vaccinati (almeno con la prima dose) e i prenotati sono 11.328, per un 74,2% di aderenti, non così distanti, quindi, dalla soglia dell'80%. Degli 84mila over 60 nel territorio dell'Ulss 3, invece, 16.625 hanno ricevuto almeno la prima somministrazione, 31.546 sono i prenotati: a pochi giorni dalle calendarizzazioni per questa fascia d'età (al netto di soggetti fragili e categorie necessarie) ha già aderito alla campagna il 57,7%.

L'appello del dg Edgardo Contato

Arrivati, si spera, al definitivo punto di svolta, il direttore generale Edagardo Contato ha voluto appellarsi alla popolazione, per dare una spallata definitiva al covid. «La vaccinazione non è come un'uscita fuori porta, - ha spiegato - che se il tempo non è ideale si rimanda al prossimo fine settimana. No, la vaccinazione non può attendere, e ciascuno di noi deve sentirsi in dovere di sottoporsi al vaccino non appena ne ha acquisito il diritto. Per sé e per gli altri, perché tutti insieme, vaccinati, respingiamo l'attacco del virus. So bene che per lunghe settimane la disponibilità limitata del vaccino ha costretto tutti ad un'attesa snervante. Oggi però una situazione nuova permette all'Azienda sanitaria di mettere a disposizione degli utenti date e sedi per la vaccinazione. Ebbene: quello che prima sentivamo come un diritto, e cioè ricevere il vaccino al più presto, adesso dev'essere sentito come un obbligo morale, e ciascuno di coloro che può essere vaccinato deve sentirsi in dovere di aderire al più presto possibile. Rimandare significa rallentare la risposta al virus, lasciargli spazio, concedergli una tregua, mentre invece dobbiamo essere decisi ad incalzarlo insieme.

Contato ha sottolineato che chi ha il diritto al vaccino, ha il dovere di farlo il prima possibile. «Se siamo nelle classi di età tra i 60 e i 79 anni, - ha detto - ricordiamo che altri attendono: prima si concluderà il lavoro sulle fasce d'età oggi prioritarie, prima la vaccinazione sarà aperta a tutti gli altri che ora stanno a guardare e ci chiedono di fare presto, perché venga presto anche il loro turno. Ancora un auspicio mi sento di esprimere: chiedo a tutti coloro che vengono ai nostri centri vaccinali di farlo con responsabilità. Ricevere il vaccino obbliga tutti i cittadini a spostarsi, a recarsi in un centro dove si lavora con la maggior attenzione e la maggior celerità possibile. Quando sarà il nostro turno armiamoci di pazienza e di senso civico: tra i tanti che ringraziano consapevoli per il servizio che viene loro offerto, bastano invece poche persone polemiche o egoiste a rallentare il lavoro, a danno di tutti, degli operatori e dei cittadini in attesa».

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