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Cronaca

Referendum Actv, vince il "No". Bocciata l'ipotesi di accordo per il rinnovo dell'integrativo

Ora si rischia il caos. I sindacati prendono atto ma attribuiscono la responsabilità della vittoria dei "No" agli atteggiamenti dell'azienda. I vertici Avm non commentano. La Rsu chiede una riconvocazione da parte del gruppo mettendosi ad analizzare il voto

I lavoratori Actv hanno bocciato l'ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto integrativo: al referendum ha prevalso il "No". Ieri, alla chiusura delle urne, avevano votato 1.650 aventi diritto su 2.555. I "No" sono stati 916 e i "Sì" 722. Quasi mille dipendenti non hanno partecipato. Ora si torna al niente di fatto. In una lettera ieri sera la Rappresentanza sindacale unitaria (Rsu), ha scritto di sperare in una riconvocazione dall'azienda. «Per non lasciar cadere i risultati della trattativa, ripartendo dagli stessi. La Rsu avvierà al più presto un confronto serrato con i lavoratori rispetto all'esito del referendum per dare risposte ai dipendenti e al servizio. Rimaniamo a disposizione della controparte aziendale per attivare percorsi nell'ambito delle relazioni industriali al fine di risolvere la vertenza». Per le organizzazioni sindacali, in particolare per Ugl  Aft, sul "No" all'accordo avrebbe pesato «l'atteggiamento del gruppo Avm Actv che ha continuato a riversare sui lavoratori le responsabilità dei disagi nel trasporto pubblico locale». Nessun commento invece giunge dai vertici Avm e neppure dal Comune.

La sigla Sgb, che aveva rifiutato il referendum, si dice pronta a ripartire dal ritiro della disdetta unilaterale dell'integrativo da parte di Avm e invita le altre sigle a fare lo stesso. La Cgil rivendica il valore democratico dello strumento di consultazione, e afferma che il "No" dei lavoratori è rivolto alle scelte della gestione aziendale attuale, specie quelle che riguardano la navigazione dove il voto contrario si è concentrato di più. Ufficialmente tutti i sindacati prendono atto del risultato ma nessuna organizzazione mette in discussione la propria rappresentatività e il lavoro di mediazione fatto con la controprate. Nessun passo indietro. Per la Uiltrasporti però, mentre qualche risposta importante arrivava dall'ipotesi di accordo, ora non c'è nessuna alternativa. Si era parlato di turnover, cioè di nuove assunzioni, di un riposo in più al mese, della rivalutazione degli stagionali e del mantenimento del servizio con affidamenti solo legati alla pandemia. Adesso il rischio è che l'azienda tiri dritto. Continuando a guadagnare margini di produttività con disdette ulteriori degli accordi normativi precedenti, come ha fatto ad aprile modificando le soste. E non da ultimo guardando poi, ad ottobre, anche al taglio della parte economica.

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