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Cronaca

"Mestre e Marghera autonomi": un referendum per salvare Venezia

"Mestre Venezia due grandi città" e la Lega lanciano un progetto di legge regionale: "Benefici anche per la riduzione dei costi d'amministrazione“

Scorporare l’attuale Comune di Venezia in tre, rendendo autonome Mestre e Marghera. Il gruppo civico "Mestre Venezia due grandi città" ha lanciato martedì mattina il progetto di legge regionale elaborato dall’avvocato veneziano Marco Sitran, e condiviso dalla Lega Nord. Sua promotrice a livello istituzionale.

L'idea scaturisce dalle problematiche che si vivono sia in terraferma che in laguna: "Tra le criticità di una Venezia diventata una non città, - scrive in una nota la lista civica - c'è l'erosione della popolazione, crollata a 56mila abitanti, dai 171 del 1951 e lo sfruttamento turistico sfrenato, che l'ha progressivamente schiacciata, rendedola di fatto una città-albergo". I sostenitori del progetto di legge hanno evidenziato l’urgenza di valorizzare le diversità fisiche, sociali ed economiche di popolazione e territori, che hanno bisogno di competenze amministrative specifiche e diverse.

Questo l'argomento principale addotto di fronte alle critiche riguardanti l'impatto della creazione di tre differenti comuni. La lista sottolinea come numerosi sarerebbero i benefici, a cominciare dalla riduzione dei costi dell'apparato amministrativo e di una struttura burocratica sovradimensionata. Il risparmio dallo scorporo ed eliminazione delle 6 Municipalità sarebbe di circa 120 milioni di euro l'anno, dal momento che al di sotto dei 250mila abitanti i costi di rappresentanza diminuirebbero sensibilmente. Inoltre si verrebbero a formare degli organi rappresentativi più vicini, capaci di cogliere e risolvere problemi specifici. In questo "panorama", ci sarà una riduzione dell'imposizione fiscale in quanto "Venezia potrà gestire fiscalmente l’imponente flusso turistico i cui proventi allevieranno la pressione sui residenti, mentre Mestre e Marghera non saranno gravate da tasse abnormi su immobili e raccolta rifiuti che risentono della situazione della città d’acqua".

Secondo il gruppo civico, l'istituzione del Comune autonomo di Venezia sarebbe anche lo step fondamentale per ottenere un riconoscimento che significa "specialità", ossia la gestione della città secondo regole pensate per le sue esigenze specifiche. Venezia e isole potrebbero usufruire di sgravi fiscali per mantenere attive le imprese commerciali che oggi sempre più spesso sono costrette a chiudere. "Venezia unita alla terraferma - sottolineano - non potrà mai accedere a tali agevolazioni, già negate in passato per questo motivo dall’Europa".

"L'articolazione del Comune in tre enti autonomi - spiega Stiran - è la vera novità di questo pdl condiviso con la Lega Nord che ha nel programma democrazia e referendum. Ogni tentativo di ostacolare questo percorso popolare - continua - è contro la democrazia, come di recente ha affermato la Corte costituzionale ritenendo legittimo tanto il nuovo ente città metropolitana quanto il potere attribuito dalla Costituzione alla Regione in materia di modifiche circoscrizionali, comunali e provinciali".

Le prossime tappe prevedono il deposito del progetto di legge, con il conseguente voto di ammissibilità da parte del Consiglio regionale, e l'istruttoria del progetto di legge nella I Commissione "Affari istituzionali". Il Consiglio comunale e metropolitano potrà esprimere un proprio parere, comunque non vincolante, entro 90 giorni. L'ultimo passo sarà quindi l'indizione di un referendum, dopo 45 giorni dal voto favorevole in Consiglio. Sempre che la proposta passi.

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