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Cronaca Cannaregio / Cannaregio, 873

Remiere di Punta San Giobbe, Mar: «Investiamo per la sicurezza». Martini: «Atto padronale»

L'assessore: «Qui c’era un vecchio contratto di locazione scaduto che non dava certezza di futuro». Il consigliere comunale: «Nominare un referente del Comune è un atto di arroganza politica»

Remiere di Punta San Giobbe, «sfratatte», commenta Giovanni Andrea Martini, consigliere comunale del gruppo "Tutta la Città Insieme!". «Un atto di tipo "padronale". La modalità che si è riscontrata nella gestione della delibera del Capannone del petrolchimico si manifesta in maniera ancora più eclatante con il compendio che raccoglie le Remiere. Richiedere indietro le chiavi - continua Matini - e nominare un referente unico individuato dal Comune, rappresenta un atto di arroganza politica». Non è così, replicano dall'amministrazione. «Il Comune scommette sulla valorizzazione dello stabile di Sant’Alvise: tutti i soci fruiranno di un ambiente migliore», afferma l'assessore al Patrimonio Paola Mar. Su questo bene pubblico dedicato alla pratica, promozione e diffusione dell’attività di voga alla veneta, il Comune di Venezia ha deciso di investire per valorizzare ulteriormente l’attività delle 8 associazioni remiere (Il gruppo sportivo Artigiani, la società Canottieri Cannaregio, il gruppo remiero San Polo dei Nomboli, la remiera Ponte dei Sartori, la remiera Serenissima, l'associazione Settemari, la remiera San Giacomo dell'Orio e il gruppo remiero Tre Archi, coordinate nell'associazione remiera di Punta San Giobbe) che da molto tempo vi operano, prosegue l'assessore. «Tutto ciò sarà possibile grazie ad un importante impegno di mezzi e di risorse che va di pari passo con la “regolarizzazione” della situazione amministrativa della struttura. Abbiamo avviato l’accordo oneroso per il rinnovo del diritto di superficie a favore del Comune per altri tre decenni e stanziato 350.000 euro per il necessario adeguamento di sicurezza della struttura».

«Come reagirà la città di fronte a questo? Come reagiranno gli appassionati di questo sport e della laguna, e cosa ne sarà delle barche che sono all'interno dei capannoni? Sembra proprio che una modalità di tipo padronale si stia appropriando delle scelte che si stanno operando in città a danno delle tante realtà che vivono e fanno vivere la nostra città», dice Martini. Il Comune intende miglioraare gli spazi e i servizi per i fruitori e recuperare ulteriori stalli per le imbarcazioni tradizionali.

«Nessuno dei molti soci delle 8 remiere vedrà qualcosa di meno - afferma Mar - anzi, avrà la possibilità di godere di una struttura migliore e più sicura: si tratta di assegnare a ciascuna delle remiere una propria concessione d’uso, superando una situazione precaria e irregolare, dato che, com’è noto, nel Comune di Venezia i beni pubblici per attività sportiva sono assegnati in concessione, mentre qui c’era un vecchio contratto di locazione, scaduto nel 2014, che non dava certezza di futuro». Per il tempo necessario per ristrutturare e valorizzare, il Comune si fa carico di gestire direttamente l’impianto. «Poi - conclude l'assessore - speriamo si possano appianare i dissidi e le vertenze tra le associazioni (che hanno anche base economica) e vengano condivise regole di convivenza a tutela di tutti, soprattutto di bambini e ragazzi che intendono affacciarsi allo straordinario mondo della voga. L’Ente dialoga sempre, nessuno, però, può accampare con arroganza privilegi o primogeniture: il Comune si fa garante di tutti».

«È successo un qualcosa che mai ci saremmo immaginati di vedere, l’attività che dura da oltre quarant’anni di una associazione che racchiude in sé ben 8 remiere, l’associazione delle remiere di Punta San Giobbe, è stata sospesa. Anni di battaglie per avere spazi, per gestirli in forma autonoma, per portare avanti le tradizioni veneziane e un modo di vivere la città all’insegna del rispetto per l’ambiente lagunare, sono stati eliminati con un tratto di penna. Le remiere governavano questo spazio versando l’affitto al Comune, garantendo a prezzi irrisori la possibilità per tutti i soci di vogare, occupandosi della manutenzione degli spazi e della cura della barca, garantendo di poter apprendere a vogare gratuitamente. Si vuole investire per migliorare spazi e struttura? Bene. Si vuole passare dalla formula del contratto di locazione a quello della concessione? Parliamo allora della concessione. Ma per fare tutto ciò serviva sfrattare e di fatto chiudere l’associazione delle remiere di Punta San Giobbe? Assolutamente no - scrivono Giuseppe Saccà capogruppo del PD in consiglio comunale, Monica Sambo, segretaria comunale del PD, Sara Arco delegata allo sport della Municipalità di Venezia, e Tommaso Bortoluzzi della segreteria comunale - Chiediamo che l’amministrazione si fermi, riconsegni gli spazi all’associazione e rispetti le forme di autogoverno democratico».

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