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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

"Questo è accanimento, Chisso ha problemi di cuore e rischia grosso"

Antonio Forza, l'avvocato dell'ex assessore regionale: "Ha appena subito un intervento e si trova in carcere. E' abbattuto, ma ci faremo valere"

"L'ho visto molto abbattuto, come potrebbe essere uno che ha appena subito un intervento per impiantare un holter e ora si ritrova in carcere". L'avvocato Antonio Forza annuncia battaglia dopo la decisione del Tribunale di sorveglianza di disporre il ritorno in carcere per l'ex assessore regionale alle Infrastrutture, Renato Chisso, da giovedì pomeriggio recluso nel penitenziario di Santa Maria Maggiore su disposizione del giudice.

L'ex "uomo forte" di Forza Italia in Regione aveva chiesto al Tribunale di poter finire di scontare la propria pena ai servizi sociali servendo alla mensa dei poveri in via Aleardi a Mestre. Niente di tutto ciò: i nove mesi che mancano alla libertà, dopo aver patteggiato due anni e sei mesi per corruzione nell'ambito dello scandalo Mose, li dovrà trascorrere in cella. Sempre che le prossime mosse del suo difensore non gli permettano di tornare ai domiciliari nella sua villetta di Favaro Veneto:

"Impugneremo l'ordinanza del giudice - sottolinea il legale - faremo tutte le opportune iniziative per contrastare la misura di sorveglianza disposta. Non so come lo si possa chiamare - continua - ma non si è mai visto che una persona cui mancano solo nove mesi per scontare una pena abbia un trattamento del genere. Tanto più che ha appena subito un intervento - conclude - e il suo arrivo in carcere non ha potuto che allertare i medici per il quadro sanitario delicato del mio assistito".

Venerdì l'ex assessore si sarebbe trovato tra gli altri detenuti durante l'incontro con il patriarca Francesco Moraglia, che ha voluto portare la vicinanza della Chiesa a chi è recluso in carcere. Una misura considerata congrua invece dal giudice di sorveglianza, convinto che Chisso non abbia mai voluto dire dove si nascondano i soldi delle presunte corruzioni. Due milioni e mezzo di euro (motivo del patteggiamento) che la Procura sta cercando dal momento in cui è scattata la "grande retata" in laguna. Per ora senza successo. 

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