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Cronaca

Renzi sommerso di appelli da Venezia: "Non sciogliere il Consorzio"

I dipendenti del Cvn hanno preso carta e penna e chiesto al premier di salvaguardare il loro lavoro. Italia Nostra di segno opposto: "Stop al Mose"

In attesa dell'arrivo del presidente del Consiglio Matteo Renzi in laguna fioccano le lettere indirizzate al capo del Governo. La visita del premier di martedì, inevitabilmente, arriva quando il terremoto dello scandalo Mose è ancora lontano dal fermarsi. Per questo motivo i dipendenti del Consorzio Venezia Nuova hanno deciso di prendere carta e penna e chiedere al leader del Pd di "non essere mandati a casa prima del tempo".

Da più parti, politiche e non, infatti, si è alzata alta la richiesta di scioglimento del Cvn, impegnato come noto nella costruzione del sistema di paratoie mobili che dovrebbero salvare la città dall'acqua alta. "Siamo consapevoli - dichiarano i 120 dipendenti del Consorzio - della 'pessima nomea' della realtà per cui lavoriamo. Non vogliamo entrare nel merito di ciò che sta accadendo - proseguono - Arresti, scandali, patteggiamenti hanno sconvolto l'Italia ma soprattutto noi. Leggiamo sulla stampa che la nuova dirigenza del Consorzio intende recuperare credibilità, effettuando giustamente una riduzione dei costi ma questa operazione non può e non deve significare riduzione del personale, non siamo disposti ad essere uno dei capri espiatori per ridare credibilità all'azienda".

I dipendenti del Cvn, fanno sapere di essere a conoscenza "che il Mose è 'un cantiere a finire' ma ci è sempre stato prospettato un futuro in cui, tra l'avviamento dell'opera e la manutenzione, ci sarebbe stato un nostro utilizzo. Non c'è alcun motivo di mandarci a casa prima del tempo in vista di una spending review più strumentale che reale. Dietro alla corruzione che riempie le cronache giudiziarie, dietro alle interviste ai protagonisti dello scandalo che, una volta patteggiato, ritornano nuovamente in pista con attività manageriali e business come se niente fosse, c'è la nostra e ci sono le nostre famiglie con i tanti problemi economici di tutti i giorni. Adesso, senza nessuna colpa, rischiamo di pagare a caro prezzo con la perdita del posto di lavoro".

Di tutt'altro avviso l'associazione Italia Nostra, che lancia un appello opposto al premier Renzi. "Il Mose presenta gravissime criticità strutturali e una complessità gestionale elevata - scrive - Venezia - piagata per decenni da una corruzione diffusa, da un sistema clientelare e nepotistico pervasivo che anteponeva gli interessi dei singoli al bene della Laguna, dove gli unici a manifestare dissenso erano scienziati e tecnici e associazioni come la nostra, merita finalmente attenzione e rispetto. E quale miglior risarcimento che ascoltare finalmente le voci autorevoli della comunita' scientifica che da anni ripetono essere il Mose un'opera sbagliata e non sicura? Riconvertendo tutto si risparmierebbero circa 60 milioni annui di manutenzione: tutti gli impianti sono subacquei e di difficile gestione, al contrario di altri metodi di più recente concezione". Al termine dell'appello anche una stilettata contro lo scavo del Contorta-Sant'Angelo: "Non è compatibile con la tutela della laguna - si scrive - non imponeteci un'altra grande opera".

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