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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Mose, danno enorme per l'Erario: lo Stato vuole indietro quasi 40 milioni di euro

Il nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza ha segnalato alla Corte dei conti un danno erariale di 37,5 milioni di euro. Nel calderone finiscono numerosi indagati

Non ci sono solo i milioni di euro che la Corte dei conti intende sequestrare all'ex presidente del Consorzio Venezia Nuova, Giovanni Mazzacurati (DETTAGLI). E' un mare magnum di soldi pubblici che lo Stato ora rivuole indietro, sia in termini di danni d'immagine, sia di presunte tangenti che hanno oliato il sistema Mose architettato dall'ingegnere, il "grande accusatore". Il presidente della Corte dei conti del Veneto ha approvato la richiesta di sequestro conservativo di 21,7 milioni di euro, ma ci sono anche tutti gli altri indagati coinvolti nello scandalo. 

Il nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza ha segnalato alla procura regionale della Corte dei conti per il Veneto danni erariali per 37,6 milioni di euro complessivi nei confronti, per esempio, dell'ex presidente della Regione Giancarlo Galan (5,8 milioni di euro), costituiti non solo dal danno da disservizio quantificato in 608.477,61 euro, ma anche dal danno d'immagine subito da Palazzo Balbi (5,2 milioni di euro, determinato nella misura del doppio del prezzo del reato di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, per il quale l’amministratore pubblico è stato condannato con sentenza passata in giudicato. 

"Al riguardo - sottolinea la guardia di finanza - si pone in evidenza che il 27 febbraio scorso, l’ex presidente della Regione è stato condannato dalla Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti del Veneto al pagamento di 5,8 milioni di euro a titolo di danno erariale, che ha in tal modo recepito integralmente le richieste formulate dalla locale Procura regionale disponendo il sequestro conservativo di 10 immobili per un valore complessivo stimato in 208.933,93 euro, del 50% delle quote societarie di una Srl, nonché delle somme a qualsiasi titolo dovute all’ex presidente da parte delle istituzioni di cui lo stesso ha fatto parte (Camera dei Deputati e Regione Veneto), fino alla concorrenza dell’importo residuo rispetto al danno complessivamente configurato".

All'ex presidente del Magistrato alle Acque, Patrizio Cuccioletta, è stato contestato un danno di 2,7 milioni sempre per danno patrimoniale da disservizio per 366.794 euro (calcolato in base alla percentuale del 60% delle retribuzioni intascate dal 2008 al 2011) e da danno d'immagine per 2.400.000 (il doppio del prezzo del reato a seguito del passaggio in giudicato della sentenza di condanna. Anche in questo caso è stato disposto il sequestro conservativo di immobili e soldi.

A Vittorio Giuseppone, ex magistrato della Corte dei conti, è stato contestato un danno da disservizio da 450mila euro, mentre all'ex assessore regionale Renato Chisso, sono stati chiesti 5,7 milioni di euro per disservizio e danno d'immagine. Ha patteggiato la pena di 2 anni e 6 mesi, con sentenza passata in giudicato, per il reato di corruzione. "Gli è stato contestato un danno patrimoniale da disservizio, quantificato in 922.807,55 euro, calcolati nella misura del 60% della retribuzione lorda erogata al convenuto dalla Regione Veneto nelle annualità dal 2005 al 2013, e un danno non patrimoniale all’immagine pubblica, quantificato in 4.820.000 euro (calcolato nella misura del doppio del prezzo del reato di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio)", spiega la Finanza.

Infine 714mila euro vengono contestati in capo al segretario particolare di Chisso, Enzo Casarin, anche lui ritenuto responsabile delle condotte corruttive. Per Galan e Cuccioletta c'è la sentenza di condanna di primo grado della sezione regionale della Corte dei conti, ma è in corso la fase di appello a Roma. Nei confronti degli imputati a processo (Orsoni, Matteoli, Piva, eccetera) si sta attendendo la conclusione del dibattimento.
 

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