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Cronaca

Chisso, ricorso rigettato: definitivi i due anni e sei mesi di reclusione

La Cassazione venerdì ha confermato il patteggiamento dell'ex assessore regionale, oltre che la confisca di beni per due milioni di euro

Anche per l'ex assessore regionale alle Infrastrutture Renato Chisso, coinvolto nello scandalo Mose, la condanna per corruzione è diventata definitiva. La Corte di cassazione venerdì ha infatti respinto il ricorso contro il patteggiamento presentato dall'avvocato difensore Antonio Forza. L'ex assessore, ora ai domiciliari nella sua abitazione di Favaro Veneto, aveva patteggiato due anni e sei mesi di reclusione per corruzione.

La pena fu emessa dal gup Massimo Vicinanza a fine novembre 2014. Il nodo del contendere, però era anche la confisca di due milioni di euro, che invece ora è stata confermata. Il prossimo passo spetterà al Tribunale di sorveglianza, che dovrà decidere sui modi con cui Chisso dovrà scontare la sua pena residua, che ormai è di un anno e mezzo. 

“Giustizia è fatta – sottolineano i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle - con questa condanna si chiude una delle pagine più vergognose della politica italiana. Chisso aveva appena ricevuto il vitalizio, ora gli venga tolto. Speriamo che il popolo degli onesti, che il M5S rappresenta, assista sempre meno a scandali come questi”. 
 

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