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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Rosi spiega i numeri in terapia intensiva: «Senza vaccino avremmo 400 ricoverati, come nella terza ondata»

Il direttore della centrale operativa del Suem 118 sottolinea che per valutare correttamente i numeri bisogna considerare l'incidenza di pazienti gravi nelle due popolazioni di riferimento: quella vaccinata e quella non vaccinata

Nelle terapie intensive del Veneto il 27% dei pazienti ricoverati per Covid è vaccinato, il restante 73%, no. Ci ha pensato il direttore della centrale operativa del Suem 118, Paolo Rosi, a fare chiarezza e ad interpretare i dati in maniera corretta. Non bisogna guardare ai numeri assoluti, ma all'incidenza. «Oggi siamo 3.800.000 vaccinati in Veneto, di questi nella prima settimana di novembre è finito in rianimazione un paziente ogni milione di abitanti. Se prendiamo l'altra popolazione, degli 800mila non vaccinati scopriamo che l'incidenza sale a 27. Questo - ha proseguito Rosi - dimostra come il vaccino protegga anche dalla terapia intensiva».

Se tutta la popolazione non fosse vaccinata, ha specificato il direttore del Suem, «ci troveremmo nella stessa situazione della terza ondata, con 400 persone ricoverate in terapia intensiva»; oggi, stando all'ultimo bollettino emesso dalla Regione, in area critica ne sono ricoverati 51. I numeri parlano chiaro: negli ultimi 6 mesi sono finiti in rianimazione per il Covid 68 pazienti vaccinati e 482 non vaccinati, e ne sono morti rispettivamente 17 e 84. «Ma i deceduti con vaccino, - ha specificato Rosi - appartengono alle categorie dei grandi anziani e di chi era affetto da altre patologie, trapiantati e chi si sottoponeva a terapie immunosoppressive». Nella fascia tra i 60 e i 69 anni è morto un paziente vaccinato, contro 27, mentre sotto i 50 anni non è morta alcuna persona immunizzata.

Guardando ai numeri, a luglio è stato toccato il minimo di ricoveri, poi c'è stata una lenta ripresa e verso la fine di agosto erano occupati 50 posti letto nei reparti di area critica. C'è stato un periodo di stabilità, con il numero sceso a 35 a settembre, prima della risalita «brusca» dell'ultima settimana, «che ci ha riportato ai livelli di agosto. La maggior parte dei pazienti attuali è intubata e due sono molto gravi». Ad ogni modo, «ci aspettiamo un incremento piuttosto contenuto, - ha concluso Rosi - questo ci fa pensare che non sarà necessario aumentare ulteriormente i posti letto».

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