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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Tari, i costi sono sempre più alti: "Paghiamo i rifiuti a peso d'oro"

Con la tassa, spiega la Cgia Mestre, le inefficienze delle società di asporto rifiuti sono state scaricate sui cittadini. Ma ci sono buone notizie per il 2016

Tari, è un salasso: lo denuncia la Cgia di Mestre, che segnala ad esempio come tra il 2010 e il 2015 una famiglia con 4 componenti che vive in un casa da 120 metri quadrati ha subito un aumento del prelievo relativo all’asporto rifiuti del 25,5 per cento, pari, in termini assoluti, ad un aggravio di 75 euro. Quest’anno dovrà versare al proprio Comune ben 368 euro di Tari. Un’altra di 3 componenti, che abita in un appartamento da 100 metri quadri, ha subito un aumento del 23,5 per cento (+57 euro), e nel 2015 dovrà versare quasi 300 euro. Un nucleo di 3 persone che risiede in un’abitazione da 80 metri quadri, invece, ha dovuto pagare il 18,2 per cento in più (+35 euro). In questo caso, l’importo complessivo che dovrà pagare per i rifiuti sarà pari a poco più di 227 euro.

Per le attività economiche, continua Cgia, le cose sono andate anche peggio. Nonostante la forte riduzione del giro d’affari, ristoranti, pizzerie e pub con una superficie di 200 metri quadri hanno subito un incremento medio del prelievo del 47,4 per cento, pari, in termini assoluti, a +1.414 euro. Un negozio di ortofrutta di 70 mentri quadri, invece, ha registrato un incremento del 42 per cento (+ 560 euro), mentre un bar di 60 metri quadri ha dovuto versare il 35,2 per cento in più, pari ad un aggravio di 272 euro. Più contenuto, ma altrettanto pesante, l’aumento subito dal titolare di un negozio di parrucchiere (+23,2 per cento), dai proprietari degli alberghi (+17 per cento) e da un carrozziere (+15,8 per cento).

La Tari è stata introdotta con la legge di stabilità 2014, in ossequio al principio comunitario “chi inquina paga”: in buona sostanza si è voluto sancire la corrispondenza tra la quantità di rifiuti prodotti e l’ammontare della tassa. Con l’introduzione della Tari, è stato ulteriormente confermato il principio che il costo del servizio in capo all’azienda che raccoglie i rifiuti dev’essere interamente coperto dagli utenti, attraverso il pagamento della tassa. E il problema, purtroppo, sta proprio qui.

Segnala Paolo Zabeo della Cgia: "Queste aziende, di fatto, operano in condizioni di monopolio, con dei costi spesso fuori mercato che famiglie e imprese, nonostante la produzione dei rifiuti sia diminuita e la qualità del servizio offerto non sia migliorata, sono chiamate a coprire con importi che in molti casi sono del tutto ingiustificati. Proprio per evitare che il costo delle inefficienze gestionali venga scaricate sui cittadini, la legge di stabilità del 2014 ha ancorato, dal 2016, la determinazione delle tariffe ai fabbisogni standard. Grazie all’applicazione di questa nuova modalità, è probabile che dall’anno prossimo la tassa sui rifiuti diminuisca". Sebbene in questi ultimi anni il costo economico sulle famiglie sia decisamente aumentato, dall’inizio della crisi ad oggi la produzione dei rifiuti urbani ha subito una forte contrazione. Se nel 2007 ogni cittadino italiano ne “produceva” quasi 557 chili, nel 2013 (ultimo dato disponibile) la quantità è scesa a poco più di 491 chili per abitante. "In buona sostanza – conclude Zabeo - nonostante abbiamo prodotto meno rifiuti, la raccolta e lo smaltimento degli stessi ci sono costati di più”.

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