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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Marghera

Appalti pubblici, al via la riforma. "Ma nell'immediato c'è il rischio di un blocco"

La conferma delle stazioni appaltanti in un incontro alla Cittadella dell'Edilizia. A un mese dall'entrata in vigore delle nuove norme, le gare a Venezia si contano sulle dita di un mano

"Il nuovo Codice degli appalti è stato appena varato dal Governo, ma la mancata previsione di un periodo transitorio nella sua applicazione rischia di generare nell’immediato, anche a Venezia, un blocco dei lavori pubblici". È  quanto emerso nel corso di un affollato convegno organizzato da Ance Venezia alla “Cittadella dell’Edilizia” a Marghera, con l’intervento del vice presidente nazionale Ance, Edoardo Bianchi.

Nel corso dell’incontro, al quale hanno preso parte anche molti rappresentanti di stazioni appaltanti della provincia, sono emersi il disorientamento e le difficoltà delle pubbliche amministrazioni nell’indire gare con le nuove regole. Secondo l’Ance Venezia, l’Associazione territoriale dei costruttori edili, le stazioni appaltanti avranno bisogno di tempo per studiare le nuove regole e quindi redigere bandi di gara conformi alle nuove norme. In questo lasso di tempo si rischia un totale congelamento delle gare pubbliche, anche di quelle che erano in procinto di essere pubblicate. Il nuovo Codice, infatti, impone che le gara si facciano solo su progetti esecutivi. Le stazioni appaltanti che avevano già pronti progetti definitivi da mettere in gara per appalti integrati (cioè di progettazione ed esecuzione) dovranno fermare le procedure e attendere la progettazione esecutiva per iniziare l’appalto.

"La conseguenza è che, a distanza di oltre un mese dall’entrata in vigore del nuovo Codice, le gare d’appalto pubblicate in provincia si contano sulle dita di una mano. È un rischio che non possiamo correre - commenta Ugo Cavallin, presidente di Ance Venezia - proprio in un momento in cui il mercato avrebbe bisogno di essere sostenuto, non solo per la modernizzazione del Paese ma anche per la semplice manutenzione delle opere maggiormente urgenti: scuole, alloggi pubblici, strade, ospedali". La riforma, secondo l’Ance, introduce importanti novità sul piano della certezza delle norme e della trasparenza, ma presenta alcuni gravi elementi di criticità emersi anche nel dibattito di ieri. "Tra questi - continua Cavallin - c’è l’obbligatorietà dell’offerta economicamente più vantaggiosa per gli appalti sopra il milione di euro. Si tratta di un criterio di aggiudicazione costoso per le imprese e di complessa gestione per le pubbliche amministrazioni. Del tutto incongrua è poi la nuova disciplina del subappalto. Fissando un tetto cervellotico (30% dell’importo del contratto), il legislatore ha dimostrato di non aver minimamente presente l’ordinario svolgimento della realizzazione delle opere pubbliche, dove lo sviluppo tecnologico e la specializzazione delle attività fanno sì che l’affidamento a terzi sia una garanzia di competenza dell’esecutore (e quindi di qualità del risultato) e non una forma di sfruttamento degli operatori più deboli".

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