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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Marghera

Il cuore della Pilkington a Marghera torna a battere: il 16 riparte l'altoforno spento nel 2012

Si tratta della linea Float di produzione di vetro per l'edilizia, come annunciato a febbraio dal presidente del gruppo in Italia, Marcovecchio. Inversione di tendenza a Porto Marghera?

L'attesa è finita. Lunedì 16 ottobre ripartirà simbolicamente, con una cerimonia, la linea Float dello stabilimento Pilkington di Porto Marghera, come annunciato 7 mesi fa dal presidente del gruppo, Graziano Marcovecchio. Si tratta dell'altoforno di realizzazione di vetro per l'edilizia che era stato spento nel 2012 a causa della crisi economica. E' il cuore della produzione nello stabilimento della prima zona industriale di Porto Marghera, che aveva smesso di "battere" per la mancanza di ordini e commesse dal settore delle costruzioni in ginocchio, e che aveva comportato la messa in cassa integrazione di oltre 100 operai del gruppo. Gli interventi proseguiranno affinché lo stabilimento arrivi il prima possibile a pieno regime.

In ballo i destini di più di un centinaio di manodopera specializzata, rimasta "a galla" solo grazie agli ammortizzatori sociali e ai contratti di solidarietà, con la rotazione degli addetti nel magazzino spedizioni rimasto attivo nello stabile. Cinque anni di incertezza durante i quali, grazie alla caparbietà dei sindacati, delle istituzioni locali, del ministero del Lavoro e dell'Ambiente, il forno rimase sì fermo, ma senza essere mai rimosso. Restando disponibile "se i tempi fossero cambiati e se il mercato fosse ripartito", come sostenuto specie dalle parti sociali. Dopo anni in cui si è parlato solo di esuberi, finalmente sono scattate delle assunzioni. Cinquanta i giovani che hanno avuto la possibilità di inserirsi nel mondo del lavoro, dopo una formazione iniziale. Ora la partita si sposta anche sulla gestione dell'altoforno, per cui i sindacati chiedono ulteriori innesti, e la speranza è che gli investimenti della Pilkington possano innescare un circolo virtuoso in grado di avere ripercussoni positive anche sull'indotto.

L'idea di un cambio di passo diventa realtà nel 2016. La direzione fa dietrofront rispetto al Float veneziano, che sembrava sull'orlo della chiusura dei battenti e, a seguito della chiusura di due forni nella sede tedesca per manutenzione, annuncia un sostanzioso piano di investimenti per la rimessa in marcia. Marghera torna al centro dell'attenzione. Con un progetto da 18 milioni di euro per far ripartire la linea e ridare vita alla ditta storica veneziana. A giorni l'inaugurazione dell'altoforno, che poi dovrebbe tornare definitivamente a funzionare, al termine di manovre lunghe e complesse per la riaccensione, entro il mese di novembre.

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