I gestori commentano il ritorno in zona arancione: «Difficile abituarsi ai continui apri e chiudi» | VIDEO
Lo sconforto di alcuni titolari di bar e ristoranti di Mestre in vista del prossimo passaggio di colore del Veneto
I gestori di bar e ristoranti si preparano ad affrontare un altro periodo di chiusure con il ritorno di tutto il Veneto in zona arancione. A partire da lunedì potranno lavorare solo per asporto. È una delle conseguenze dell'aumento della diffusione del contagio da coronavirus che si è registrato negli ultimi giorni. Per il resto, le restrizioni principali sono il divieto per tutti di spostarsi al di fuori del comune di residenza e la chiusura dei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi.
Il weekend di sabato 6 e domenica 7 marzo è ancora giallo, sono ancora concesse gite fuori porta (sempre all'interno della regione) e i locali possono restare aperti. C'è comunque l'obbligo di consumazione seduti al tavolo a partire dalle 15 e, nel centro storico di Venezia, è in vigore un'ordinanza restrittiva che vieta la vendita di alcolici da asporto a tutti i negozi e supermercati a partire dalle 15 e prevede, anche a Mestre, la possibilità di limitazioni di accesso alle aree più frequentate.
«Il comparto della ristorazione - commenta Cna Veneto - deve fare nuovamente i conti con chiusure che avranno un effetto domino su altre attività, come quelle di approvvigionamento dei prodotti e di programmato impiego del personale. Con la previsione di una Pasqua che probabilmente trascorrerà per il secondo anno in una situazione di lockdown. E in questo scenario tornano alla ribalta le questioni dei ristori che non arrivano e delle vaccinazioni che procedono a rilento». «Siamo in attesa delle risorse - spiega Alessandro Conte, presidente Cna Veneto - Ma oramai dobbiamo andare oltre: è necessario puntare su azioni concrete, senza distinzione di codici Ateco bensì considerando il fatturato delle aziende coinvolte».
«Rispetto al precedente cambio di fascia di colore, se non altro oggi abbiamo più spazio organizzativo, un intero fine settimana - commenta Mirco Froncolati, portavoce regionale Ho.Re.Ca Cna - Con i precedenti annunci di chiusura da un giorno all’altro i titolari di ristoranti e bar erano stati costretti a gettare via gli approvvigionamenti perdendo migliaia di euro di merce. Con questo nuovo Dpcm in qualche modo ci è stato riconosciuto che aprire e chiudere un ristorante non è come premere un bottone».