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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Porto Marghera

Royal Caribbean va a Ravenna, l'ira di "Venezia lavora": «Dignità calpestata»

La compagnia ha trasferito il suo home port dalla laguna alla città dell'Emilia Romagna, che per il terminal crocieristico investe 26 milioni di euro. Il comitato: «Da noi si aspetta il concorso di idee mentre si perdono posti di lavoro»

«Ancora una volta la dignità dei lavoratori veneziani e della città è stata calpestata»: esplode l'ira del Comitato "Venezia lavora" dopo aver appreso notizia che la compagnia Royal Caribbean avrebbe deciso di spostare il suo home port da Venezia a Ravenna, in Emilia Romagna. La città è infatti pronta a nuovi investimenti sul terminal crocieristico del porto per guadagnare terreno sul versante del turismo. Per il Comitato aver perso un cliente di questa portata, «è un danno gravissimo». 

Ravenna punta a far sbarcare 300.000 passeggeri all'anno e oltre 60 grandi navi, riporta l'agenzia Dire. Ieri è stato presentato il bando per la concessione del servizio di assistenza passeggeri e di stazione marittima del porto di Ravenna, progetto che porterà alla realizzazione di un terminal per le navi da crociera a Porto Corsini e che interessa 180.000 metri quadri per un costo da 26 milioni di euro. 

La comunità portuale veneziana incassa un altro colpo. Si parla di 35 mila lavoratori, fra quelli diretti e gli altri che operano nell'indotto. «Il nostro porto perde traffico - ha commentato oggi il capitano Antonio Revedin del porto di Venezia - perchè al netto del Covid l'infrastruttura è sempre quella, e andrebbe incrementata. Porto Marghera risale al 1917. Nei porti del nord Europa, come Rotterdam, si stanno abbandonando le banchine degli anni '80». Traffici e investimenti nella crocieristica cercano sicurezze per ripartire e progettare. La funzione di home port è sempre stata caratteristica di Venezia, per la posizione geografica e la vicinanza all'aeroporto, prerogativa che gli operatori hanno chiesto di preservare. «Vedremo uscire navi da Fincantieri a Trieste verso Ravenna in grado di separare a bordo i fanghi - ha commentato il commissario straordinario del porto, Cinzia Zincone -. Così si evita la dispersione dei sedimenti: un'innovazione che come altre bisogna saper cogliere. 

«A Venezia - continua il Comitato - dopo sedici mesi di inattività gli unici numeri che vediamo muoversi sono i posti di lavoro che si stanno perdendo. Posti di lavoro di residenti che compongono il tessuto sociale e produttivo della città. Ci chiediamo a questo punto se possiamo ancora considerarci una città, visto che le scelte stragiche e politiche sul futuro vengono dettate da Roma, senza che il territorio venga interpellato. Possibile che dopo 9 anni per risolvere il tema delle grandi navi lungo il canale della Giudecca il governo proponga il concorso di idee? È questo il modo di combattere la precarietà e creare sostenibilità ed equilibrio tra ambiente e lavoro, non decidendo nulla e non approfondendo i progetti già sul tavolo?».

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