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Cronaca

Cgil, Cisl e Uil: «Noi esclusi dalla riorganizzazione delle case di riposo»

Basso, Refosco e Toigo: «Parti datoriali presenti e sindacati assenti ai gruppi di lavoro sui nuovi standard assistenziali della Regione». Chiesto un confronto sulle proposte di un anno fa per rivedere tutto il sistema delle Rsa

«Le parti datoriali presenti, i sindacati esclusi dai gruppi di lavoro per la definizione dei “nuovi standard assistenziali” delle case di riposo, creati con i decreti della direzione servizi sociali della Regione, la settimana scorsa». Cgil, Cisl e Uil del Veneto vanno all'attacco. «Non solo la proposta per la riorganizzazione di tutto il sistema di residenzialità e per la riforma delle Ipab, presentata unitariamente nell’aprile del 2021 all’assessore Manuela Lanzarin, non trova riscontro nella delibera di giunta regionale di un mese fa, ma le organizzazioni sindacali sono state escluse dai gruppi di lavoro», affermano i segretari generali Tiziana Basso (Cgil), Gianfranco Refosco (Cisl) e Roberto Toigo (Uil), chiedendo di riavviare un confronto dove presentare proposte di modifica della delibera.

«Il potenziamento del sistema sociosanitario nazionale e veneto – spiegano i tre segretari - è per noi un obiettivo fondamentale per garantire compiutamente il diritto universale alla salute di una popolazione con un’età media sempre più elevata. Per questo più di un anno fa, in piena pandemia, avevamo inviato unitariamente una proposta organica per la riorganizzazione di tutto il sistema di residenzialità e per una riforma delle Ipab, che in Veneto attendiamo da vent’anni. Proposta che però non vediamo recepita neanche in minima parte». La delibera, commentano i sindacati, prevede l’aumento delle impegnative di residenzialità di 3.000 unità, spalmate in tre anni, fino a coprire l’87% della platea di potenziali beneficiari. «È necessario arrivare alla copertura del 100% del fabbisogno. Inoltre manca un incremento dei posti letto riservati all’alta protezione Alzheimer, agli stati vegetativi permanenti, ai pazienti Sla».

È prevista una quota sanitaria unica di 52 euro giornaliero (prima le quote erano due: 49 euro per la bassa intensità e 56 euro per la media intensità), con la conseguente parificazione degli standard assistenziali, mentre la richiesta dei sindacati è di articolare almeno 3 livelli assistenziali (bassa-media-alta intensità) con la relativa copertura economica, per rispondere ai diversi livelli di gravità delle persone non autosufficienti ospiti delle case di riposo. «In assenza della ridefinizione degli standard assistenziali, organizzativi e strutturali, senza una previsione di incremento degli organici, si rischia di scaricare sui lavoratori e sulle lavoratrici ulteriori carichi e orari di lavoro e sugli ospiti una qualità dell’assistenza inadeguata ai bisogni», continuano le organizzazioni confederali regionali.

«Chiediamo alla Regione un salto di qualità nella programmazione, nel finanziamento e negli interventi necessari in questo ambito strategico, viste le crescenti difficoltà economiche delle strutture. Per questo ci rivolgiamo di nuovo alla Regione con queste richieste e, più in generale, per il potenziamento in Veneto della filiera dell’assistenza territoriale, prevista dal Pnrr e dal ministero della Salute».

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