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Cronaca Santa Croce / Piazzale Roma

Dipendenti Avm infedeli nell'autorimessa di piazzale Roma: si intascavano gli incassi

La guardia di finanza ha scoperto e denunciato due impiegati della società partecipata: si appropriavano di parte degli introiti, all'azienda mancavano circa 70mila euro all'anno

Un lavoro certosino che permetteva a due dipendenti infedeli di intascarsi illegalmente discrete somme di denaro: i finanzieri del I gruppo della guardia di finanza di Venezia hanno messo fine ai traffici illeciti di due addetti all'autorimessa comunale "Sant'Andrea" di Venezia, accusati dei reati di peculato e falso.

I dirigenti dell’Avm Spa, società totalmente partecipata dal Comune di Venezia che gestisce il garage di piazzale Roma, avevano rilevato una serie di procedure anomale nella gestione degli ingressi del parcheggio e, soprattutto, avevano verificato che parte dei soldi pagati dagli utenti non arrivavano nelle casse della società. Così hanno deciso di rivolgersi alle fiamme gialle, dando avvio ad una complessa attività di polizia giudiziaria coordinata dalla Procura della Repubblica di Venezia.

I finanzieri veneziani, dopo aver piazzato microspie e telecamere, hanno ricostruito tutti i movimenti di due dipendenti infedeli e le loro tecniche di occultamento degli incassi. I due sono stati ripresi mentre aprivano forzatamente le sbarre del varco di ingresso dell’autorimessa oppure mentre annullavano, forzando le procedure, le tessere in entrata. Quando il cliente era compiacente, utilizzavano impropriamente il periodo di "franchigia", facendo entrare o uscire illecitamente gli avventori del parcheggio senza riscuotere il dovuto e ottenendo una remunerazione in nero. Se il cliente era straniero, invece, gli proponevano di versare un importo inferiore a quanto dovuto, riuscendo ad intascare direttamente l’importo senza versarlo in cassa.

Il paziente lavoro di osservazione dei movimenti e di ascolto delle conversazioni, incrociato con i dati di contabilità della società, ha consentito di svelare e bloccare i meccanismi di frode, che stavano comunque portando un notevole danno alle casse di Avm: l’appropriazione indebita e sistematica degli incassi ha causato un mancato introito alla società quantificabile in circa 70mila euro all’anno.


“Ci auguriamo - dichiara Giovanni Seno, direttore generale del Gruppo AVM - che le indagini arrivino a conclusione nel più breve tempo possibile, l’azienda si impegna a rimanere a fianco alle forze dell’ordine con spirito di massima collaborazione. Questo è un ulteriore tassello dell’impegno dell’azienda a porre fine a comportamenti illeciti o non in linea con il rapporto di fiducia che lega ogni dipendente con l’azienda stessa e che implica costante impegno, onestà e professionalità anche nel rapporto quotidiano con il cliente e utente. Ringrazio la Guardia di Finanza e l’Amministrazione per il supporto che ci sta dando nel perseguire questi obiettivi”.

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