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Cronaca Dorsoduro

"Rukeli: il teatro come antidoto al razzismo. storia del pugile che sfidò il regime nazista"

Lo spettacolo della compagnia di ricerca veneziana Farmacia Zoo:E’, vincitore del Roma Fringe Festival 2016, è in scena venerdì 13 ottobre al Teatro Ca’ Foscari, per iniziativa del Master ‘Immigrazione. Fenomeni migratori e trasformazioni sociali’

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di VeneziaToday

Riceviamo e pubblichiamo: "Una storia poetica e potentissima che apre alla riflessione sugli orrori del totalitarismo, ma anche sulle derive razziste sempre più diffuse. Non una teorizzazione astratta, ma un incontro, su un palcoscenico trasformato in un ring. Un incontro con un “diverso”, lontano da ogni stereotipo. La storia di uno “zingaro” che sfidò il regime nazista, di un uomo e della sua dignità. In scena, venerdì 13 ottobre alle 16.30 al Teatro Ca’ Foscari di Venezia (Calle Larga Santa Marta Dorsoduro 2137) - 9841/Rukeli, la vicenda tragica ed eroica del pugile sinti Johann Wilhelm Trollmann, portata in scena dalla compagna di ricerca veneziana Farmacia Zoo:E’. Un evento gratuito e aperto a tutti nell’ambito del Master ‘Immigrazione. Fenomeni migratori e trasformazioni sociali’ dell’università Ca’ Foscari Venezia, promosso da Ca’ Foscari Challenge School - "Come Master sull'Immigrazione – spiega il direttore Fabio Perocco - abbiamo voluto dare spazio a questo splendido spettacolo teatrale per molteplici ragioni, in particolare per la sua estrema attualità: in primo luogo l'Europa vede un forte ritorno del razzismo, in secondo luogo la condizione sociale dei Rom è ancora caratterizzata da esclusione, disuguaglianza e discriminazioni". L’incontro di Gianmarco Busetto - che firma il testo dello spettacolo, interpreta in scena il pugile-zingaro ed è anche regista assieme a Enrico Tavella – con la storia di Rukeli è stato folgorante: l’ascolto di un passaggio della sua vicenda alla radio e subito il desiderio di andare a fondo, per conoscere più da vicino questa storia potente di dignità che lo aveva immediatamente conquistato. Un anno di ricerche difficili, a caccia di materiali in lingua tedesca perché in Italia poco o nulla si era scritto e si era detto su quest’uomo che pagò a prezzo carissimo l’aver scelto di non rinunciare ai suoi ideali. Un dramma individuale e al contempo collettivo, una vicenda capace di ispirare e parlare al nostro tempo. Quando Johann Wilhelm Trollmann - vero nome di questo fuoriclasse - si presentò di fronte al suo avversario con la faccia cosparsa di farina e i capelli tinti di biondo, per canzonare la retorica ariana e i gerarchi che lo avevano costretto a combattere senza muoversi dal centro del ring, sapeva di andare incontro alla morte. 9841 sarà il suo numero in codice nel campo di concentramento di Neungamme. In quanto zingaro avrebbe dovuto perdere: il regime non ammetteva un copione diverso per quel match già scritto. Avrebbe potuto piegarsi a quella farsa, accettare il compromesso e tornare alla sua vita di atleta amatissimo dagli appassionati di boxe e altrettanto amato dalle donne. E invece no: credeva così tanto nella libertà da sfidare il partito nazionalsocialista sul suo campo, quello della propaganda, a mani nude, con l’arma del coraggio e un’unica, straordinaria, azione. Busetto racconta di avvertire con “urgenza” la necessità di andare in scena: “Il teatro – spiega – è un incontro. Al tempo stesso, il razzismo nasce in genere da un pre-giudizio, che nella quasi totalità dei casi “cade” di fronte a un incontro vero, con una persona in carne ed ossa che con la sua storia riesce a far svanire la paura dell’altro, del diverso. Ecco perché l’incontro con la storia vera di Rukeli, così lontana dallo stereotipo comune dello “zingaro”, può avere una valenza importante”. Per questo, nel suo monologo, vincitore della rassegna Roma Fringe Festival 2016, Busetto sceglie il codice e il linguaggio del tu, per suggerire al pubblico - chiamato in causa direttamente - una mimesi ora con il protagonista, ora con altri personaggi. Non c’è un giudizio definitivo, non c’è bene e male. C’è una riflessione, una storia offerta, fatta riemergere, da non dimenticare: la storia di un uomo che ha saputo combattere per la propria dignità, la propria famiglia, per non chiudere gli occhi, senza mai dimenticare perché combatteva. La ricerca sul corpo come strumento di verità, manifestazione di generosità, che non mente - cifra di tutta la produzione di Farmacia Zoo:È - giunge in questo spettacolo a nuovi approdi. Il pugile che sul ring sapeva danzare è raccontato attraverso una ricerca vocale attenta, un gioco complice con le installazioni e i video, mentre la figura sul palcoscenico ha un ruolo medianico, evoca la storia di Rukeli, seduto fra il pubblico. Prima della rappresentazione a Venezia, lo spettacolo è stato in scena il 6 e 7 ottobre al teatro Galleria Toledo di Napoli per la rassegna “Stazioni d’emergenza”".

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