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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Santa Croce / campiello della Cazza

Accusato di omicidio e condannato a 15 anni: è stato scagionato

Assoluzione per non aver commesso il fatto. L'imputato cingalese assolto dopo la prima sentenza che l'avrebbe rinchiuso in carcere per la morte violenta di un connazionale a Santa Croce

Non più "assassino". E' stato assolto, per non aver commesso il fatto, l'imputato 50enne, originario dello Sri Lanka che in primo grado era stato accusato dell'omicidio di un connazionale. La Procura aveva chiesto la condanna a 18 anni e 9 mesi, il giudice aveva sentenziato per 15. A scagionarlo è stata la perizia medica richiesta dal suo avvocato difensore all'udienza del processo d'Appello. Il 50enne era stato trascinato in Tribunale per la morte violenta di un 27enne, connazionale, avvenuta in un appartamento di Santa Croce, il 10 aprile 2010, nel quale entrambi convivevano assieme ad una terza persona dello Sri Lanka.

Su quest'ultimo propendeva la tesi della difesa: era stato lui, non l'assistito, ad uccidere il giovane. L'imputato si era semplicemente messo in mezzo durante la brutale lite scoppiata per motivi di denaro. In un attimo uno dei due litiganti aveva estratto un coltello e aveva colpito mortalmente il ragazzo. Una testimonianza fornita da subito agli investigatori e al pubblico ministero, che tuttavia non gli ha creduto e lo ha rinviato a giudizio per omicidio. Nessun sospetto circa il coinvolgimento della terza persona che, dopo la chiamata d'urgenza al 118 in seguito alla lite, si era costituita parte civile nel processo contro il connazionale, sostenendo di essere stato ferito dall'imputato. La perizia medico-legale ha permesso di ricostruire l'intera faccenda: le ferite riportate dalla vittima, come spiega La Nuova, combaciano con la ricostruzione della lite fornita dall'ormai ex imputato.

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