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Cronaca San Michele al Tagliamento

Racket delle fiere di Bibione: quasi tutti scarcerati

Il tribunale del riesame ha disposto i domiciliari per il capo Pietro D'Antonio e liberato tutti gli altri, eccetto uno che non aveva fatto ricorso. "Smontata" l'ipotesi del metodo mafioso

Sono stati quasi tutti scarcerati gli uomini arrestati qualche settimana fa nell'ambito dell'indagine della direzione antimafia su un presunto racket camorrista legato ai mercatini delle sagre di Bibione. Il tribunale del riesame di Trieste, di fatto, ha smontato in buona parte l'impianto accusatorio e rimesso in libertà gli accusati: come riportato dai quotidiani locali, i giudici hanno ritenuto che solo un paio di episodi, sui nove contestati dai pm, valgano una misura cautelare. E anche in questi due l’accusa di estorsione diventa una meno grave violenza privata, senza metodo mafioso.

Le motivazioni della sentenza del riesame arriveranno nelle prossime settimane. Intanto tutti gli accusati (tranne Zefferino Pasian, che non ha fatto ricorso) sono stati rimessi in libertà: Salvatore e Raffaele Biancolino, Gennaro e Salvatore Carrano, Beniamino e Renato D’Antonio e il presidente dell’Ascom di Bibione Giuseppe Morsanuto. Pietro D’Antonio, ritenuto il capo dell'organizzazione, passa invece dal carcere agli arresti domiciliari.

Le indagini avevano fatto emergere i presunti interessi del gruppo sulle sagre nell'area del litorale tra Veneto e Friuli. Secondo gli investigatori, i componenti avrebbero perpetrato minacce ed intimidazioni per mantenere il controllo sui banchi dei mercatini.

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