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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Jesolo

Nuovi reperti emersi per ricostruire la storia di Jesolo a partire dalle tombe

Presentati i risultati degli scavi nel sito archeologico “Antiche Mura”. Il cimitero individuato nel 2018 è ricco di sepolture e permette di acquisire un campione significativo per ricavare il profilo biologico della comunità della laguna

Nuovi reperti trovati nel sito archeologico delle “Antiche Mura” a Jesolo ora racconteranno gli stili di vita dei primi abitanti della località balneare, tra l'VIII e il XII secolo. Si tratta di 115 tombe, per circa 150 persone, rinvenute in un’area di poco più di 150 metri quadrati. Gli archeologi dell'Università di Ca' Foscari, coordinati dal professor Sauro Gelichi, hanno presentato i risultati dei nuovi scavi nell’area del monastero di San Mauro, portati avanti nei mesi di settembre e ottobre, ad opera del dipartimento di studi umanistici dell'Ateneo veneziano. 

Le attuali ricerche, avviate nel 2018, su quella che doveva essere una sorta di barena emergente da un paesaggio lagunare alle foci del Piave Vecchia, hanno messo in luce una sequenza insediativa che dal VI secolo arriva fino al XIII-XIV. Da un paio di anni le indagini sono state principalmente indirizzate all’esplorazione delle fasi cimiteriali, di cui sono state poste in luce due principali fasi edilizie: la prima, alto-medievale, è costituita da una chiesa absidata a una sola navata provvista di portico; la seconda, databile al pieno medioevo, che documenta un ampliamento a tre navate scandite da pilastri. I motivi che hanno spinto verso una focalizzazione della ricerca sono dovuti al fatto che il cimitero, già individuato nel 2018, appariva ricco di sepolture, distribuite in un arco cronologico esteso (VII/VIII – XIII) e riferibile a gruppi familiari. Lo scavo il più possibile in estensione di questo cimitero avrebbe dunque consentito di acquisire un campione statisticamente significativo per lo studio del profilo biologico di una comunità della laguna di Venezia nel lungo periodo. In laguna, nessun cimitero di questo periodo e di questa entità è stato al momento scavato e studiato, con metodi scientifici moderni, come quello di Jesolo. 

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Attraverso questo campione è già possibile mettere a fuoco: le strategie familiari legate alla ritualità funeraria (dove si veniva sepolti, come si veniva sepolti); le malattie, anche endemiche (come ad esempio la talassemia, di cui sono stati già riconosciuti i segni in diversi individui); la composizione della dieta alimentare; la mobilità; la violenza. Tutti questi dati descrivono dunque comportamenti, attitudini e caratteristiche di una delle comunità lagunari nel lungo periodo: in sostanza cominciano a rivelare molto dei primi veneziani.

«Con lo scavo di quest’anno - afferma Gelichi - prosegue la nostra ricerca sull’area cimiteriale collegata alla chiesa di San Mauro: il più importante progetto di archeobiologia della laguna dell’alto medioevo, che contribuirà in maniera originale e innovativa alla ricostruzione della storia di questi territori. All’impatto sulla comunità scientifica si associa l’ampio interesse e la condivisione da parte della comunità locale. Sarà importante trovare le forme e i modi per restituire a questo territorio le sue storie, attraverso percorsi di visita stabili e luoghi permanenti di conservazione dei reperti, dove il cittadino possa rivivere il passato di queste terre».

La ricerca si svolge grazie all’appoggio e al supporto economico dell’Amministrazione comunale di Jesolo e al finanziamento Fondo Scavi di Ca’ Foscari. Tra le collaborazioni scientifiche: il dipartimento di Geoscienze dell'Università di Padova per le indagini geomorfologiche (Paolo Mozzi, Sandra Primon), con l’Università di Umea (ohan Linderholm) e l’Università di Pisa (Claudia Sciuto) per le analisi micro-morfologiche, con l’Università di Siena (Stefano Campana) per la geognostica, con il laboratorio di Antropologia Fisica dell’Università del Salento (Serena Viva) per lo studio dei reperti osteologici, con l’Università di Harvard (David Reich) per l’analisi del Dna e con il dipartimento di scienze ambientali, informatica e statistica, dell'Università Ca’ Foscari Venezia (Carlo Barbante, Dario Battistel e Clara Turetta) per lo studio della dieta alimentare.

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«Ogni giorno gli scavi sull'area del monastero di San Mauro riportano alla luce un pezzo della storia di Jesolo e in questi anni il lavoro dei ricercatori dell'Università Ca' Foscari ci ha permesso di scoprire molto del nostro passato e quindi di noi stessi – commenta il sindaco di Jesolo, Christofer De Zotti -. Le recenti scoperte, e la collaborazione con altri atenei, ci stanno svelando altri aspetti finora oscuri dei primissimi abitanti di queste terre ed è incredibile come ogni nuovo dettaglio, invece che soddisfare la curiosità, la stimoli. Gli scavi delle Antiche Mura raccontano molto, a noi per primi, ma poi anche ai tantissimi turisti che ogni anno vengono a visitarli. Il loro numero è crescente e la nostra intenzione è far sapere sempre di più che, voltate le spalle al mare, c'è una storia incredibile da scoprire».

Le indagini biometriche si sono avvalse della collaborazione di Polimedica e Poliambulatorio Caorlese per la realizzazione di indagini diagnostiche su traumi a carico dell’apparato scheletrico del campione umano equilense. Avviata, inoltre, una collaborazione con Michele Secco, del dipartimento di beni culturali dell’Università di Padova, per lo studio delle malte utilizzate nelle diverse fasi degli edifici religiosi. La ricerca è diretta da Sauro Gelichi, professore ordinario del dipartimento di studi umanistici, con la collaborazione di Silvia Cadamuro e Anita Granzo e, per la parte di studio antropologico, di Serena Viva, Norma Lonoce e Francesca Bertoldi. 

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